martedì 14 gennaio 2014

Il nostro Lotus

Il nostro Lotus

Già prima di rimanere incinta avevo deciso che il mio secondo bambino sarebbe nato con Lotus Birth… In realtà ci avevamo già pensato per la nascita di Vera, ma non eravamo ancora pronti a vivere questa esperienza, quindi abbiamo lasciato perdere. Quando ho saputo di essere nuovamente incinta, e per tutta la gravidanza, non ho avuto dubbi sulla nascita Lotus, sarebbe andata così. Nel frattempo, ho potuto vedere da vicino la Lotus di mia nipote, e la cosa mi ha ancora affascinato di più… Quando è arrivato il nostro momento, la mia piccola Maia è nata in casa e quindi abbiamo potuto, insieme alla nostra ostetrica, realizzare la nascita Lotus senza problemi. Tecnicamente è andato tutto bene, non abbiamo mai avuto particolari difficoltà, tranne un po’ più di attenzione che dovevamo prestare alla placenta negli spostamenti della bambina, e al momento dei cambi. A volte mi capitava di dimenticarmi della placenta, che ha rischiato di cadere ogni tanto, ma non è mai successo. Durante i primi giorni di vita, la nostra piccola Maia è stata in braccio solo alla mamma e al papà, la prima uscita è avvenuta a 6 giorni di vita (in fascia!) e la prima visita ufficiale (tranne i vicini che non siamo riusciti ad arginare!) è stata quando Maia aveva una settimana. Quindi non abbiamo dovuto spiegare nulla a persone che non avrebbero compreso, cosa che in condizioni normali mi verrebbe da fare per diffondere questa usanza, ma che appena dopo il parto mi sembrava una fatica inutile, uno spreco di preziose energie. Vediamo la gestione pratica. Dopo il parto, appena è nata la placenta (circa un’ora dopo la nascita di Maia), l’ostetrica l’ha lavata con acqua e aceto, poi la abbiamo avvolta in un panno dopo averla cosparsa di sale fino. Ogni mattina, quando veniva l’ostetrica, mettevamo altro sale sulla placenta e cambiavamo il panno che ospitava la placenta; non avevamo dei panni speciali, alla fine abbiamo usato quelli da cucina che sono più sottili dei normali asciugamani e che la facevano asciugare e seccare più velocemente. Sull’ombelico di Maia, quando il cordone era già secco e iniziava a staccarsi, mettevamo un po’ di argilla che aiutava ad asciugare. Il cordone è caduto in quarta giornata. Il modo in cui è successo mi ha commosso un po’, ma forse per tutte le mamme è così. Poco prima avevo cambiato il pannolino alla piccola e avevo visto che il cordone era ormai attaccato solo per 2 fili molto sottili, ho fatto molta attenzione rimettendo il pannolino perché non volevo accelerare la caduta, e poi ho affidato per un po’ Maia al papà. L’ho ripresa perché voleva ciucciare e mi sono seduta accanto a Vera sul divano per guardare con lei la tv. La piccola poppava ma a un certo punto si è fermata, aveva gli occhi aperti ed era tranquillissima, poi si è staccata, pacifica, e mi è venuto da guardare il cordone… così ho visto che era staccato! Mi è uscita qualche lacrima, le ho detto sottovoce “Adesso sei mia!”, perché per la prima volta l’ho sentita davvero con noi, e da quel momento posso finalmente tenerla anche cuore contro cuore! Con la placenta abbiamo deciso insieme all’ostetrica di fare dei rimedi che potremo utilizzare tutti in famiglia. L’atmosfera che abbiamo respirato tutti in famiglia, in quei primi 4 giorni, è stata davvero magica… Ci sembrava di essere sospesi, di essere su una nuvoletta leggera, e neanche i primi momenti di crisi di Vera sono riusciti a farci stare troppo male, forse eravamo drogati di ormoni! È stato come se la placenta diffondesse nell’aria una tranquillità contagiosa, che ci ha fatto vivere i primi giorni in modo molto ovattato. Piano piano le cose sono tornate normali, ma il passaggio è stato molto graduale, e i primi 4 giorni magici li ricorderò per sempre!
♥ Mamma Lucia ♥

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