martedì 24 giugno 2014

La ricetta della mamma: dispense sul'auto-svezzamento

La ricetta della mamma: 
Silvia Garda, mamma di Emma Violetta, 31 anni, appassionata di cucina sia per grandi che per piccolini, eporediese imprestata a Torino, blogger. Mi trovate a questo indirizzo www.diciboincibo.it

“Care mamme, in questo periodo sono stata chiamata a parlare di auto-svezzamento alle mamme; in questo numero ho scelto di postarvi la dispensa dei nostri incontri. Per ogni dubbio o informazione resto a vostra disposizione. “






L’avvicinarsi del sesto mese di vita di un bambino rappresenta per molte mamme e per molti papà una tappa ricca di paure, questo perché il sesto mese è il momento che viene considerato il via per lo svezzamento. Al latte dovrebbe cioè essere sostituito in maniera più o meno graduale il cibo.
Ed ecco che si susseguono  miti, leggende metropolitane, paure, timori, speranze e dubbi. La televisione e i giornali ci bombardano con prodotti pronti destinati all’alimentazione dei più piccoli. Frasi strane che fanno riferimento ai primi 1000 giorni del bambino, viene così instillato il dubbio che lo svezzamento debba seguire una metodologia industriale, da catena di montaggio. Ma in un paese come l’Italia, in cui il cibo è cultura, amore, passione e convivialità lo svezzamento si può veramente ridurre a qualche scatoletta o barattolino?
Sono molti i miti sullo svezzamento che vanno sfatati. Il primo di tutti è il nome stesso “svezzamento”, vi siete mai chiesti cosa voglia dire? Vuol dire togliere un vizio, in pratica è come se il “vizio” del latte venisse tolto per far spazio a un’alimentazione corretta. Ma il latte può davvero essere considerato un vizio? Specialmente il latte materno?  No, è l’alimento perfetto, calibrato dal seno materno per venire incontro ad ogni esigenza del piccolo. Per questo motivo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) sostiene l’allattamento oltre il sesto mese e fino anche al secondo anno di vita, se questa pratica è gradita a mamma e bambino. Sarebbe quindi più utile parlare di alimentazione complementare, complementare cioè all’alimento base che continuerebbe ad essere il latte materno.
Perché attendere il sesto mese di vita per iniziare l’alimentazione complementare?
Molti sono i motivi che spingono ad attendere almeno il compimento del sesto mese di vita per l’inizio dell’alimentazione complementare.
·         Innanzitutto la capacità del bambino di star seduto da solo. Già da solo questo segno dovrebbe infatti far capire ad una mamma se è il caso di attendere o meno l’inizio del passaggio al cibo solido. Il bambino deve infatti essere in grado di mantenere una postura eretta nel caso in cui venga fatto sedere su di un seggiolone o un supporto simile.
·         Vi è poi da tener conto del riflesso di estrusione, che normalmente permane fino alla soglia dei sei mesi. Questo riflesso fondamentale nei primi mesi di vita, permette ai neonati di poppare, dal seno materno o dal biberon, fa si che il bambino tiri fuori la lingua quando vengono stimolate le labbra, in questo modo il cibo solido presente nella bocca viene spinto fuori. Fintanto che persiste questo riflesso è opportuno dunque evitare di introdurre cibi solidi o meno solidi nella bocca del bambino.
·         Le manifestazioni di interesse dei bambini nei confronti di quello che fanno i grandi durante il momento dei pasti. Il bambino deve dimostrare curiosità, attrazione e interesse per il cibo e deve voler imitare gli adulti manipolando, scoprendo con tutti i sensi e portando alla bocca il cibo.
È quindi giusto che i genitori vivano questo momento con la giusta consapevolezza e con una buona dose di ottimismo. Inteso in questo modo lo svezzamento sarà un momento piacevole per tutta la famiglia.
Cosa vuol dire e in che modo cambiano le abitudini di una famiglia che sceglie lo svezzamento?
Decidere di intraprendere l’autosvezzamento con i propri bambini vuol dire intendere questa fase della crescita come molto partecipata da tutta la famiglia. Il momento del pasto deve diventare un momento di scoperta e di accrescimento. I genitori devono offrire ai bambini una vasta gamma di alimenti, sani, freschi, in cui vengono privilegiate cotture delicate e cibi di stagione. Sembra incredibile ma quando si decide di seguire questa metodologia tutta la famiglia può contare su notevoli vantaggi. Seguendo cioè un’alimentazione corretta, con pochi grassi raffinati, zuccheri, sale tutti i membri della famiglia ne trarranno immenso vantaggio.
In cosa consiste l’autosvezzamento?
Con l’autosvezzamento bisogna scordarsi tutte quelle “regole” per cui arrivati a una certa età, solitamente i 6 mesi, al bambino iniziano ad essere sostituiti i pasti al latte. Con l’autosvezzameno il latte rimarrà il principale alimento del bambino sino a quando sarà lui stesso a deciderlo. Dovrà infatti essere invogliato, spinto ad assaggiare i cibi dei “grandi” dalla curiosità. Per questo motivo diventa fondamentale condividere il momento del pasto con tutta la famiglia, senza distrazioni come la tv. Questo deve diventare un momento di scambio a 360°.
Il bambino i primi tempi sarà incuriosito, proverà a pacioccare nel piatto dei genitori, tenterà di portarsi alla bocca qualche pezzo che inizialmente ciuccerà. Quasi sicuramente le prime volte sputerà tutto, che strano trovarsi tra i denti qualcosa con un gusto e una consistenza così strani. Meglio il seno di mamma o la tettarella del biberon. Per le prime settimane infatti quasi tutti i pasti del bambino si concluderanno con una bella bevuta di latte. Non attendetevi dal primo giorno bambini sazi di cibo, anzi!
A loro il nutrimento in ogni caso non mancherà, si sazieranno e riceveranno tutto ciò di cui hanno bisogno dal latte. È infatti errato temere che il bambino “non mi mangia”, loro sono delle macchine perfettamente capaci di regolarsi da soli.
Cosa deve contenere una dieta adatta ad un bimbo? Nulla di più e nulla di meno di quello che contiene la dieta di noi adulti, bisogna eliminare quanto più possibile il sale e sostituirlo con spezie ed erbe fresche. Via libera al prezzemolo, specialmente con carne, pesce e legumi. La vitamina c in esso contenuta favorisce in maniera esponenziale l’assimilazione del ferro contenuto in questi alimenti. Poi il basilico, ora che c’è la bella stagione è perfetto per aromatizzare sughetti e pietanze varie, l’erba cipollina sa dare un gusto saporito anche ai piatti più semplici, un pizzichino di scorza di limone (a patto che sia di limoni non trattati e ben lavati), la curcuma una spezia dal potente effetto antinfiammatorio che colora magicamente tutti i piatti di giallo senza alterare troppo i sapori, poi lo zafferano, l’origano, il finocchietto per quei bimbi che amano i gusti un po’ più dolciastri, il rosmarino  e la salvia.
In cosa si differenziano lo svezzamento classico e l’autosvezzamento?
  • intanto non ci sono delle “tappe”, non c’è un momento di inizio scandito da un pediatra o dalla mamma. Si inizia in base al bambino, quando lui ci dimostrerà di essere pronto per il cibo “dei grandi” ecco che sarà arrivato il momento adatto per iniziare,
  • non viene introdotto un pasto completo alla volta sostituendo il seno o il biberon, ma si procede per piccoli assaggi via via sempre più grandi fino al punto in cui gli assaggi saranno sufficienti a soddisfare la fame del bambino. Per i primi tempi infatti il grosso del nutrimento continuerà ad arrivare dal latte,
  • con l’autosvezzamento il bambino condivide il momento del pasto insieme alla famiglia, non si assiste a bambini che vengono nutriti in momenti separati per lasciare mangiare li grandi “tranquilli”,
  • anzichè utilizzare pappe, omogeneizzati e cibi in crema per bambini (industriali o casalinghi, qui la differenza non c’entra), si condivide con il bambino il cibo della famiglia,
  • cambia la gradualità con cui si intraprende questo percorso. Con lo svezzamento tradizionale si passa dalla consistenza delle pappe: crema, crema con pezzettini, crema con pezzettoni, cibo in pezzi. Nell’autosvezzamento la gradualità è segnata dal passaggio da microassaggi ad assaggi sempre più consistenti di cibo.

Perché si dovrebbero evitare le varie pappe presenti in commercio?
In commercio esistono oggi numerose case che producono alimenti per la prima infanzia, pappe, omogeneizzati, farine e simili.
Cerchiamo di fare un po’ il punto della situazione, perché a lungo andare conviene di più seguire la linea dell’as? Per diversi motivi, intanto per una questione economica, questi alimenti per così dire specializzati hanno dei costi veramente elevati, scegliere di nutrire il proprio figlio in questo modo implica una notevole incidenza sul budget familiare.
Per abituare i bambini al gusto vero degli alimenti. Questi prodotti essendo tutti industriali difficilmente abitueranno i nostri bambini a conoscere, gustare e preferire i prodotti naturali. Avete mai provato ad annusare un barattolino di omogeneizzato? Sia esso di carne, pesce o verdura? Vi passerebbe mai per la mente l’idea di mangiarlo? Se la risposta è  no, perché mai lo dovreste dare al vostro piccolo? Idem per le varie farine di tapioca o simili, chi mai ha mangiato la tapioca? Perché allora dovremmo darla al nostro piccolo?
Abituarli alle varie consistenze secondo i giusti tempi. Questi prodotti nascono per sopperire ai bisogni di quei bambini, magari nati prematuri o con patologie particolari, che necessitano di iniziare lo svezzamento antetempo. Sono bambini che non si trovano ancora nelle condizioni di saper masticare o avere a che fare con cibi solidi o semi solidi. Se si rispettano tutte le tappe, avendo cura di non forzare il bambino a mangiare quando ancora lui non si sente pronto, non ci sarà bisogno di ricorrere a questi prodotti. Se il bambino non è ancora nella condizione di mangiare il latte continuerà ad essere l’alimento da preferire.
Cosa e quali alimenti dare al proprio bambino?
Tutti i vari nutrienti devono essere considerati quasi come dei “mattoncini” da unire insieme, la dieta del bambino dovrà quindi contenere proteine, carboidrati, zuccheri semplici, grassi, Sali minerali e vitamine
Ognuno di questi elementi è contenuto in quantità diverse nei vari cibi, è quindi utile capire come e in che quantità dare i vari alimenti.
·         Frutta e verdura: è il gruppo di alimenti che contiene la maggior quantità di fibre, Sali minerali, acqua e vitamine. Il loro consumo deve essere quotidiano, privilegiando se possibile prodotti di stagione e di zona. La frutta è un ottimo fuori pasto per saziare attacchi di fame improvvisi, la verdura è ideale come accompagnamento, intera, schiacciata, passata o frullata, come condimento per la pasta o come contorno. È importante consumare questi cibi più volte al giorno specialmente nella stagione calda, variando la qualità. In caso di stitichezza (che può subentrare con l’inizio dello svezzamento) può essere utile abbondare con verdure come zucchine, zucca e verdura a foglia verde limitando invece alimenti come le patate e le banane.
·         Cereali:  i cereali sono la principale fonte di carboidrati, cioè ciò che fornisce energia al corpo. Esistono diversi tipi di cereali ed è bene abituare da subito i bambini a questa varietà, in questo modo conosceranno gusti e consistenze diverse. Si potranno offrire riso, grano, mais, orzo, miglio, semolino, cous cous, pane, bulgur. Meglio attendere i 2 anni per i cereali integrali.
·         Carne: principale fonte di proteine animali e ferro. Viene consigliato un consumo di circa 30/40 gr in una giornata. È possibile proporre ai bambini diverse tipologie di carne: pollo, tacchino, manzo, vitello, agnello, maiale. Le cotture ideali sono al vapore, bollito o al forno.
·         Legumi: l’alternativa ideale alla carne, forniscono proteine vegetali, ferro e sono povere di grassi. È consigliabile, almeno inizialmente, passarli sempre col passaverdure per eliminare le bucce che danno origine alla fermentazione nello stomaco con conseguente difficoltà di digestione.
·         Pesce: come la carne è un’ottima fonte di proteine con in più grandi dosi di omega 3. Vanno bene sia i pesci di mare che di acqua dolce, da prediligere pesce azzurro. Va benissimo anche quello surgelato purchè si rispetti la catena del freddo.
·         Formaggi: un’ulteriore fonte di proteine, calcio, grassi. Può essere sia formaggio fresco come la ricotta che più stagionato come il parmigiano. Nel primo caso si può abbondare con le dosi, nel secondo è meglio non esagerare per la presenza di sale.
·         Uovo: anche questo alimento è un’ottima fonte di proteine da offrire in sostituzione degli altri. Può andare bene 1 o 2 volte alla settimana, cotto sotto forma di stracciatella, sodo o alla coque. Inizialmente si può scegliere di dare solo il tuorlo da integrare poi con l’albume. Non ci sono limitazioni sull’età in cui iniziare, l’unico vincolo è la presenza in famiglia di persone con intolleranze, in questo caso può essere utile rivolgersi al medico.
·         Olio: l’ideale è l’extravergine di oliva che fornisce acidi grassi. L’ideale è un cucchiaio abbondante per ogni pasto, è possibile aumentare la dose in caso di stitichezza.
Sarebbe bene limitare quanto più possibile succhi di frutta, merendine, biscotti, insaccati e cibi eccessivamente raffinati. Questo non solo per i bambini ma per l’intera famiglia.
Ed ecco un piccolo e utile ricettario
Cous cous di verdure:
per 2 adulti e 1  bambino:
150 gr di cous cous
2 zucchine piccole o 1 grande
1 carota
2 pomodori picadilly
1/2 di cipolla rossa
Basilico in abbondanza
Olio
Mettere a cuocere al vapore le verdure per circa 15 minuti.
Tenere da parte l’acqua di cottura e utilizzarla per cuocere il cous cous (mettere in una ciotola 150 gr di cous cous e 150 ml di acqua di cottura delle verdure bollente, attendere 5-10 minuti che il cous cous l’abbia assorbita tutta e di tanto in tanto sgranare con una forchetta).
Nel frattempo sminuzzare o tritare col mixer le verdure e il basilico, unire questo composto al cous cous e condire con un abbondante giro d’olio.
È possibile aggiungere parmigiano o un cucchiaio di ricotta.


Sformato di verdure goloso
Gli ingredienti per 2 adulti e un nanerottolo sono:

3 zucchine
2 patate di media grandezza
100 gr di piselli
2 uova
100 gr di stracchino
1 cucchiaio di parmigiano grattugiato
Pangrattato q.b.
1 cucchiaio di olio extravergine
erba cipollina
prezzemolo
basilico

Prendete le zucchine e le patate sbucciate e tagliatele a tocchetti, mettetele insieme ai piselli a cuocere a vapore per circa 15 minuti.
Passate tutte le verdure con lo schiaccia patate, in questo modo otterrete un composto omogeneo e le bucce dei piselli verranno trattenute.
Al composto di verdure ancora caldo aggiungete lo stracchino e il cucchiaio di parmigiano. Amalgamate mescolando, a questo punto aggiungete le 2 uova e fatele incorporare al tutto.
Evitate di utilizzare il sale e profumate lo sformato con erbe aromatiche in quantità. Io per questa ricetta trovo perfetti erba cipollina, prezzemolo e basilico. Danno un gusto fresco e saporito al tutto.
Versate il composto in una pirofila ricoperta di carta da forno e cospargete con il pangrattato, qualche goccia di olio qua e la, e infornate in forno statico per circa 20 minuti a 180°.
E’ un piatto completo, ci sono infatti i carboidrati delle patate, le proteine delle uova e le verdure. Lo stracchino rende tutto più cremoso e goloso.
E’ comodo anche da preparare in anticipo e mangiare tiepido (anche freddo è buonissimo!), magari per un bel pic nic o per una festa tra compagni di classe!
Buon appetito e ricordatevi che a mangiar bene si incomincia da piccolini!

Polpette di tonno
Per circa 10/15 polpette servono:
160 gr di tonno sott’olio (2 scatolette)
2 confezioni di philadelphia o di robiola (a piacere, volendo si può sostituire con della ricotta o con del caprino)
2 cucchiai di Parmigiano Reggiano
pangrattato per impanare (io ho utilizzato un pangrattato fatto sul momento grattuggiando dei grissini)
1 cucchiaio di olio extra vergine di oliva
aromi a piacere: scorza di limone, prezzemolo, basilico, timo, erba cipollina

Scolate il tonno dall’olio e mettetelo in una terrina, trituratelo grossolanamente con una forchetta. Aggiungete il formaggio (philadelphia, robiola, ricotta o caprino a seconda dei gusti), amalgamate tutto.
Aggiungete il parmigiano, l’olio e sbizzarritevi con i profumi che preferiti. Io in questo caso ho aggiunto la scorza di un limone non trattato, del prezzemolo, qualche stelo di erba cipollina, timo e timo al limone. Avevo voglia di un gusto fresco ma comunque saporito.
Aiutandovi con due cucchiaini create delle piccole polpettine (in questo modo sarete sicuri di avere tutte le polpette della stessa dimensione), si possono formare le polpettine anche con le mani, ricordatevi solo di inumidirvele per evitare che il composto si attacchi alle dita.
Passate le polpette nel pangrattato e disponetele su una teglia coperta di carta forno.
Prima di infornate versate 1 goccia di olio extravergine su ogni polpetta. Cuocete a 180° per circa 15 minuti.
Per un effetto più sfizioso potete mescolare il pangrattato con dei semi di papavero o di sesamo. In questo modo avrete un gusto più particolare e una consistenza ancor più scrocchiarella.
L’idea in più è presentare queste polpettine in un cono di carta da macellaio, in alternativa potete proporle in versione finger food infilzando ogni polpetta con uno stecchino colorato (quelli della foto li acquistati da Tiger). Per ogni polpetta un colore diverso. Ed è subito festa!
Buon appetito!

Pancotto con seirass o ricotta
Gli ingredienti per 4 persone sono:
500 gr di pane raffermo (io uso metà pane senza sale e metà pane normale)
1,5 lt di acqua
1 lt di brodo di carne non salato
½ bicchiere di olio extravergine di oliva
50 gr di burro
60 gr di parmigiano
Pepe (per i più grandi)
2 tuorli d’uovo
1 cucchiaio di seirass a porzione
Prendete il pane e riducetelo in pezzetti, mettetelo in una ciotola capiente e copritelo con l’acqua. Lasciate riposare per circa 1 ora, finochè il pane non avrà assorbito tutto il liquido.
Trasferite il tutto in una pentola e accendete il fuoco. Fate scaldare e aggiungete il brodo di carne (preparato mettendo a cuocere a freddo un pezzo di bollito con l’osso insieme a una carota, una costa di sedano, una cipolla, un pomodoro e qualche foglia di prezzemolo, in questo caso usandolo per i bambini piccoli non conviene salare, altrimenti una presa di sale grosso è perfetta), mescolate tutto con un cucchiaio di legno e poi con una frusta fino a che il pane non si è sminuzzato diventando quasi una crema.
A questo punto aggiungete il burro e l’olio continuando a mescolare. A fine cottura, dopo circa 30 minuti, aggiungete a fuoco spento i due tuorli e il parmigiano. Non abbiate paura, i tuorli d’uovo cuoceranno grazie all’elevato calore e renderanno il piatto completo.
Servite le varie porzioni di pancotto e sopra ogni piatto disponete una generosa cucchiaiata di seirass che, mescolato, darà un sapore ancora più gustoso.
Specialmente per i più piccoli sarà irresistibile!
Che cos’è il seirass?
È una ricotta piemontese, ottenuta dalla lavorazione di latte vaccino, ovino e caprino, in purezza o misto. Ha un sapore più burroso e gustoso rispetto alle tradizionali ricotte, grazie al siero ovino (da qui il nome seirass) che viene utilizzato nel processo produttivo. Grazie anche all’aggiunta di panna a fine lavorazione il suo gusto risulta unico e gradevolissimo. È particolare il metodo di conservazione, le varie forme di seirass vengono infatti fatte riposare tra il fieno fresco (da qui il nome seirass dal fen).
A questo punto buon appetito e sbizzarritevi in cucina con i vostri bambini
Pasta al pomodoro
Per 1 adulto e un bambino le dosi sono queste:
150 gr di pasta di piccolo formato o 120 di pastina all’uovo
2 pomodori cuore di bue molto maturi
un pezzetto di cipolla rossa di Tropea
foglie di basilico
3 cucchiai di olio extravergine di oliva
2 cucchiai abbondanti di ricotta
origano a piacere
1 pizzico di sale

Sbucciate i pomodori, eliminate la parte centrale più dura, tagliateli a pezzettoni e metteteli in un pentolino.
Aggiungete 2 cucchiai di acqua, la cipolla, metà delle foglie di basilico spezzettate, 1 cucchiaino di olio, l’origano e il pizzico (veramente piccolo) di sale.
Mettete sul fuoco e fate cuocere qualche minuto, il tempo che i pomodori si disfino e il tutto prenda un buon profumo di sugo.
Allungate con 2 bicchieri di acqua e, appena riprende il bollore, senza salare buttate la pastina.
Fate cuocere e poi scolate, con un colino, sopra un piatto.
Distribuite la pastina nei due piatti, aggiungete la ricotta, il restante olio, il basilico e se necessario allungate con un pochino dell’acqua di cottura che avete tenuto da parte.
Cuocendo la pastina così, tutto assumerà un ottimo sapore, non sarà necessario aggiungere altro sale (volendo neanche per la mamma). E’ un ottimo piatto da preparare in questo periodo. I pomodori sono al massimo della loro forma, saporiti, succosi e di un rosso favoloso. Sbizzarritevi pure, cuori di bue, pachino, perini…fate un bel mix, insomma date sfogo alla fantasia! E poi basilico, origano, erba cipollina. Se non vi piace la ricotta, perfetto è anche il Parmigiano Reggiano.
Questo diciamo che può essere considerato un ottimo pranzetto, con un po’ di frutta alla fine sarà perfetto.
Gli attrezzi del mestiere:
Non serve attrezzare la cucina con strani aggeggi, sono perfettamente adatti i classici utensili che tutti abbiamo in casa. Ecco cosa serve:
forchetta per sminuzzare patate e verdura bollita
coltello per tagliuzzare carne, pesce e pasta
grattugia per grattugiare formaggi e frutta
schiacciapatate per ottenere purè e creme di verdura
passaverdura per passare i legumi
frullatore per creare frullati e passati di verdura
pentola per cuocere a vapore (va benissimo una classica pentola per la pasta in cui inserire un cestello apposito o direttamente lo scolapasta)
Piccolli trucchi scaccia fatica!
Per rendere più semplice il momento dello svezzamento ecco tanti semplici trucchi scaccia fatica e risparmia tempo!
Quando avete l’occasione andate al mercato, comprate le verdure che preferite e fatele a piccoli pezzi, preparate tanti sacchetti da congelare con verdure miste (carote, zucca, zucchina, bietole, spinaci, cipolla, patata, piselli, fagioli…). Quando vi mancherà il tempo avrete già la base per un ottimo passato di verdura, mettete tutto in una pentola, coprite a filo con acqua, aggiungete 1 cucchiaio di olio e fate cuocere per 40 minuti circa.
Quando preparate il brodo di carne (mettete in una pentola un bel pezzo di carne da bollito, con o senza l’osso, come preferite, una costa di sedano, una carota, una cipolla, una piccola patata e un po’ di prezzemolo), quello che non utilizzate congelatelo nelle formine del ghiaccio, avrete subito un’ottima alternativa al dado, un po’ di sapore da aggiungere qua e la ai vari piatti.
Il bollito di carne (vedi ricetta sopra) è un piatto fanastico. Sul momento si mangia la carne, con quello che avanza si fanno le polpette, il brodo va bene per un risotto o una zuppa e se ne avanzate si fanno i cubotti congelati.
Tritate e surgelate le erbe aromatiche, anche in inverno avrete sempre a disposizione profumi da aggiungere ai vostri piatti.
Preparate del sugo in abbondanza e surgelatelo, all’occorrenza anche quando siete in ritardassimo, un piatto gustoso salta fuori.
Se avete timore che con lo svezzamento i vestiti dei vostri bambini si sporchino irrimediabilmente acquistate quei bavaglioli fatti a maglietta, in questo modo maniche e busto saranno sempre salvi! In alternativa una vecchia t shirt del papà è perfetta.
Il per carbonato di sodio è un ottimo alleato dei vestiti puliti, costa meno dei vari smacchiatori, è meno inquinante  e funziona meglio.
Per saperne di più
Ecco alcuni siti o libri che possono essere utili.
www.uppa.it sito web di un pediatra per amico. Esiste anche la rivista cartacea
www.salute.gov.it sito web del ministero della salute con tutti i riferimenti anche alle ricerche dell’OMS
www.autosvezzamento.it
gruppi facebook:
auto svezzamento – la pagina ufficiale di auto svezzamento.it
io mangio con te – alimentazione complementare e svezzamento senza stress
libri:
Io mi svezzo da solo! Dialoghi sullo svezzamento di Lucio Piermarini. Ed. Bonomi Editore

IL mio bambino non mi mangia. Consigli per prevenire e risolvere il problema. Di C. Gonzales. Ed. Bonomi Editore

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