L’a b c della vagina
Spazio che nasce con l'intento di dare uno sguardo diverso, a
volte quasi rivoluzionario, su tutto ciò che ruota attorno al nostro essere
donne, mamme, sorelle, compagne; ma che scaturisce anche dalla voglia di dare
un'informazione scientificamente corretta eppure accessibile e leggera...
Perché sapere è potere e la libertà di scelta passa dalla corretta conoscenza.
Punto G: è leggenda? C'è
davvero? Funziona? Ma, soprattutto, se c'è dov'è??! Fortunatamente non si
tratta di una leggenda metropolitana, il punto G esiste e ha una localizzazione
anatomica ben precisa. Si tratta di una zona particolarmente sensibile agli
stimoli tattili localizzata a 3/4 cm di profondità all'interno della vagina; il
modo migliore per trovarlo è inserirvi un dito e arcuarlo delicatamente verso
l'ombelico fino a trovare una zona di tessuto leggermente “rugoso”... Eccolo, è
lui!!! Ma non aspettatevi un punto miracoloso o un interruttore degli orgasmi;
il piacere, come sempre, richiede tempo, dedizione, lubrificazione, atmosfera
ecc ecc scoprire una zona erogena è solo un aiuto e un divertimento in più.
Inoltre essendo una parte estremamente sensibile, come il clitoride, richiede
una stimolazione delicata e talvolta ripetuta a lungo per risultare piacevole. Giocate,
ridete, fate l'amore e imparate a conoscervi meglio, in compagnia, ma anche da
sole
Induzione: si tratta di un
tentativo di stimolazione, con modalità differenti, per provocare l'inizio del
travaglio e il parto. Tra i metodi naturali più efficaci vi sono i rapporti
sessuali (per due ragioni: l'orgasmo provoca il rilascio di ossitocina e lo
sperma contiene prostaglandine), la stimolazione dei capezzoli, lo scollamento
delle membrane (da effettuare con buon senso e solo se è presente una
dilatazione passiva in partenza), una moderata attività fisica (ideale una
passeggiata piacevole), l'assunzione di tisane create appositamente (consultate
un'ostetrica a questo scopo, vietato il faidate) e come estrema soluzione, solo
previa approvazione e sorveglianza di chi segue la gravidanza, l'olio di
ricino. I metodi utilizzati in ambito ospedaliero sono principalmente: il
catetere foley che agisce in modo meccanico dilatando la cervice, le prostaglandine
sintetiche (applicate tramite gel o candelette) e l'infusione di ossitocina
endovena (ormai desueta e sconsigliata se non in precise situazioni e a
travaglio avviato, poiché presenta importanti effetti collaterali). In ogni
caso è bene tenere a mente che non è quasi mai opportuno intervenire
dall'esterno in un percorso fisiologico e naturale come la nascita, l'induzione
va quindi effettuata solo se davvero vi è la necessità di espletare il parto
poiché il protrarsi della gravidanza presenta rischi importanti per il bimbo o
per la mamma; stime di peso importanti (in assenza di diabete) o la scadenza di
termini in situazione di salute NON sono ragioni valide e sufficienti.
Ricordate inoltre che come qualunque pratica medica il diritto al rifiuto esiste,
nulla mai è obbligatorio!
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