domenica 13 dicembre 2015

L'abc della vagina - punto g - induzione

L’a b c della vagina
Spazio che nasce con l'intento di dare uno sguardo diverso, a volte quasi rivoluzionario, su tutto ciò che ruota attorno al nostro essere donne, mamme, sorelle, compagne; ma che scaturisce anche dalla voglia di dare un'informazione scientificamente corretta eppure accessibile e leggera... Perché sapere è potere e la libertà di scelta passa dalla corretta conoscenza.

Punto G: è leggenda? C'è davvero? Funziona? Ma, soprattutto, se c'è dov'è??! Fortunatamente non si tratta di una leggenda metropolitana, il punto G esiste e ha una localizzazione anatomica ben precisa. Si tratta di una zona particolarmente sensibile agli stimoli tattili localizzata a 3/4 cm di profondità all'interno della vagina; il modo migliore per trovarlo è inserirvi un dito e arcuarlo delicatamente verso l'ombelico fino a trovare una zona di tessuto leggermente “rugoso”... Eccolo, è lui!!! Ma non aspettatevi un punto miracoloso o un interruttore degli orgasmi; il piacere, come sempre, richiede tempo, dedizione, lubrificazione, atmosfera ecc ecc scoprire una zona erogena è solo un aiuto e un divertimento in più. Inoltre essendo una parte estremamente sensibile, come il clitoride, richiede una stimolazione delicata e talvolta ripetuta a lungo per risultare piacevole. Giocate, ridete, fate l'amore e imparate a conoscervi meglio, in compagnia, ma anche da sole


Induzione: si tratta di un tentativo di stimolazione, con modalità differenti, per provocare l'inizio del travaglio e il parto. Tra i metodi naturali più efficaci vi sono i rapporti sessuali (per due ragioni: l'orgasmo provoca il rilascio di ossitocina e lo sperma contiene prostaglandine), la stimolazione dei capezzoli, lo scollamento delle membrane (da effettuare con buon senso e solo se è presente una dilatazione passiva in partenza), una moderata attività fisica (ideale una passeggiata piacevole), l'assunzione di tisane create appositamente (consultate un'ostetrica a questo scopo, vietato il faidate) e come estrema soluzione, solo previa approvazione e sorveglianza di chi segue la gravidanza, l'olio di ricino. I metodi utilizzati in ambito ospedaliero sono principalmente: il catetere foley che agisce in modo meccanico dilatando la cervice, le prostaglandine sintetiche (applicate tramite gel o candelette) e l'infusione di ossitocina endovena (ormai desueta e sconsigliata se non in precise situazioni e a travaglio avviato, poiché presenta importanti effetti collaterali). In ogni caso è bene tenere a mente che non è quasi mai opportuno intervenire dall'esterno in un percorso fisiologico e naturale come la nascita, l'induzione va quindi effettuata solo se davvero vi è la necessità di espletare il parto poiché il protrarsi della gravidanza presenta rischi importanti per il bimbo o per la mamma; stime di peso importanti (in assenza di diabete) o la scadenza di termini in situazione di salute NON sono ragioni valide e sufficienti. Ricordate inoltre che come qualunque pratica medica il diritto al rifiuto esiste, nulla mai è obbligatorio!

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