Allattamento
e ipoglicemia
Sentendo spesso ancora persone che consigliano
di lasciar dormire neonati di meno di un mese, scrivo per raccontare la mia
personale esperienza su ipoglicemia e sonnolenza nei neonati. Valeria nasce un
bel giovedì sera d'estate. Appena uscite dalla sala parto, dopo circa 20 minuti
dal parto, l'ostetrica mi aiuta ad attaccarla al seno e la piccolina ciuccia
per una buona ora abbondante e si addormenta. Più tardi, appena si sveglia nella
notte, cerco di farla attaccare all'altro seno ma non ci riesco, chiamo il nido
ma non sono proprio molto collaborativi e mi liquidano con un
"probabilmente è troppo piena". Passo l'intero venerdì a cercare di
farla attaccare il più possibile ma dorme molto e ciuccia poco (se ciuccia,
sembra più che alto che si avvicini al capezzolo senza ciucciare), tormento il
personale del nido ma mi danno consigli fugaci e non efficaci (col senno di
poi...). I parenti e gli amici che mi vengono a trovare mi fanno tutti "vabbè
ma se dorme significa che sta bene, lasciala dormire!", "Vedi come si
farà sentire quando avrà fame!". Ma Valeria non si fa molto sentire. Il
sabato pomeriggio torna in turno l'ostetrica che mi ha fatto partorire, mi
viene a trovare per sapere come sto e le spiego la situazione: immediatamente
mi dice di svegliarla ogni tre ore al massimo e farla poppare, spiegandomi la
questione della glicemia. Mi insegna posizioni diverse per me e per la bambina,
per cercare di farla poppare al meglio. Da li in poi la "stampo" sul
senno praticamente ma è debole, e riesce a stare poco per volta al seno. Il
sabato sera si fa finalmente una poppatona da 20 minuti, staccandosi coi
baffettini bianchi di latte "e vai è arrivato!" penso. Ma non è ancora
assolutamente in forma... la notte si sveglia ma di nuovo è troppo debole per
poppare, la mia inesperienza e di nuovo il personale inadeguato (la mia
"santa" ostetrica non è più in turno) nuovamente non mi aiutano.
Veniamo dimessi la domenica mattina, il calo rientra nel 10% fisiologico ma la
bimba è debole e assonnata; il pannolino è secco già dalla mattina. Nel
pomeriggio riesco a raggiungere l'ostetrica al telefono, mi consiglia di
stimolare il seno col tiralatte, di cercare sempre di far attaccare la bimba
massimo ogni 2/3 ore e se non ciuccia di darle il mio latte tirato con la
siringa. Sono le 17 di domenica, Valeria non si sveglia neanche con l'acqua
fredda in faccia, rovescia le pupille all'indietro, proviamo ad avvicinare la
siringa ma non riusciamo a farle aprire neanche la bocca. Mio marito riesce,
stimolandola sotto la gola come i gattini, a farle aprire un po' la boccuccia e
va giù il mio latte tirato. Ripetiamo il tutto ogni 2/3 ore, perché al seno non
riesce ad attaccarsi, piano piano sembra prendere un po' di forza e verso
mezzanotte finalmente un po' di pipi sul pannolino!! Continuo tutta la notte a
cercare di farla attaccare per poi dare il mio latte tirato e al mattino,
mentre le cambio il pannolino un po' umido di pipi...me ne fa una fontanella
sul fasciatoio e addosso a me. Piango dalla felicità. Non avrei mai pensato di
piangere dopo essere stata imbrattata di pipi, non ho pianto neanche il giorno
del mio matrimonio! Tiene finalmente anche gli occhi aperti ogni tanto, le
braccine sono più toniche...continuo e non demordo, la sveglia suona ogni tre
ore, notte e giorno, prende sempre più tono e inizia anche a ciuccettare al
seno; in due occasioni le do LA perché non sono riuscita a tirarmi abbastanza
latte dal seno, la mia vita in quei giorni era "impacchi caldo umidi,
tiralatte, impacchi caldo umidi, prova ad attaccare la bimba (senza successo),
tiralatte, impacchi caldo umidi..." e via dicendo; mangiavo poco, bevevo
molto e dormivo quasi per niente. Dopo 5 giorni di insistenza, all'ottavo
giorno dalla sua nascita, finalmente inizia a poppare regolarmente al seno, fa
pipi e si scarica regolarmente e aumenta notevolmente di peso! La mia
esperienza è questa: nelle prime settimane va offerto il seno massimo ogni tre
ore, magari non è necessario svegliare e avvicinando il seno poppano comunque,
ma devono mangiare ogni tre ore al massimo. Ho rischiato grosso, se avessi
ascoltato il "povera lasciala dormire", sarebbe finita malissimo. Non
ero ancora iscritta al gruppo di supporto all'allattamento al seno di Facebook,
che in seguito mi ha dato tantissimi consigli, ero inesperta e al corso
preparto questa cosa dell'ipoglicemia non ce l'avevano spiegata. Spero questo
post non serva mai a nessuno perché a nessuno auguro di vivere quell'angoscia,
i primi giorni di maternità li ricordo come un brutto sogno, ero quasi in
trance dalla stanchezza e dalla preoccupazione. Ma con molta tenacia siamo a
più di sette mesi di lattuccio di mamma, da poco integrato con un po' di
solidi, ma ancora tanto tanto latte, soprattutto dalle 21 fino alla mattina
quando inizia la maratona di latte di mia figlia.
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