Pensieri di mamma
Riflessioni e
considerazioni di una mamma inaspettata.
Mamme si è
Ho scritto e cancellato questo
articolo più volte perché scrivo in una veste a me lontana: quella di mamma.
Nella mia vita avere un figlio era
probabilmente l’ultima delle cose che avrei pensato di fare. A dire il vero non
ho nemmeno amato tanto i bambini, li trovavo rumorosi, appiccicosi e cercavo di
tenermene lontana. Quando ho scoperto di essere incinta ho percepito
immediatamente dentro me stessa un tutt’uno con il mondo che mi circonda e ho
capito che era la cosa più naturale che potesse succedermi. Siamo donne e la
natura ci rende madri senza che noi possiamo deciderlo prima: siamo donne e
siamo madri.
Tutti gli interrogativi, le paure e i
dubbi di poter fare qualcosa di sbagliato sono compensate dalle risposte dei
nostri figli, abbiamo imparato ad ascoltarli? Credo che sia questo che noi
mamme 2015 possiamo imparare dal passato: chiudere un occhio verso suggerimenti
e apprensioni che arrivano dal mondo esterno e aprire il cuore a ciò che ci
stanno dicendo i nostri figli. Loro i segnali ce li mandano, sappiamo
ascoltarli?
La difficoltà maggiore per riuscire a
captare i segnali che ci mandano è quella di districarsi tra i mille consigli
che si ricevono, spesso di segno opposto, spesso da persone nate in epoca di
guerra, spesso in momenti delicati come quello dell’allattamento, del
divezzamento o della messa a nanna, che creano scompiglio in noi e ci costruiscono
muri di dubbi.
Credo però che il nostro punto forte
sia proprio questo spazio qua, la Rete.
Ho trovato più comprensione in Rete
che nella quotidianità delle famiglie di origine che applicano schemi vetusti a
bambini nati nel terzo millennio. È stato faticoso liberarsi dai retaggi che ci
portiamo dietro e dalle tante incompetenze che girano intorno alla crescita dei
neonati, ma se ci riusciamo siamo libere. Libere come donne, libere come mamme.
Libere di sbagliare e anche di avere ragione.
Molte mamme, come me, sono alla loro
prima esperienza e non sanno assolutamente nulla di bebè e il mondo che li
circonda. Avere un luogo in cui potersi incontrare, consigliare, sfogare,
accettare, contenere, abbracciare… è qualcosa di fondamentale. Le donne, è vero
spesso sono competitive, ma sanno anche essere sorelle e di sostegno l’una per
l’altra.
Ecco, è questo che vorrei dire in
questo primo articolo: dobbiamo recuperare la dimensione di sorellanza tra
donne, andata persa anche perché la cultura maschile competitiva della nostra
società ci ha imposto di essere un po’ uomini per poter accedere alla società.
Non si tratta di recuperare un
femminismo d’altri tempi, ma semplicemente di ricordare a noi stesse che siamo
donne. E siamo mamme. Sempre. Anche quando non abbiamo figli. Perché la
maternità è un approccio di comprensione, di contenimento e di accoglienza di
cui abbiamo tanto bisogno in questo periodo storico.
Mamme non si diventa.
Mamme si è.
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