domenica 13 dicembre 2015

Educando - i capricci




Educando
Mi chiamo Veronica, ho 29 anni e due splendidi figli di 5 e 2 anni. Ho conseguito il diploma tecnico dei servizi socio sanitari, ed ora ho aperto la mia struttura, realizzando così il mio desiderio più grande: stare e lavorare con i bambini.





“CAPRICCIO O DISAGIO ??“
“ sono disperata... mio figlio fa i capricci per spegnere la tv, per andare all'asilo, per lavarsi i denti, per vestirsi, perché vuole sempre caramelle.....”
Davanti ai capricci dei figli i genitori rimangono spesso coinvolti in un vortice di sentimenti negativi che li porta a prendere decisioni e provvedimenti eccessivamente permissivi o eccessivamente restrittivi.

In ogni caso, la risposta del genitore o dell'educatore a tali comportamenti risulta sovente “eccessiva” e inadeguata alla situazione.
Ma cosa vuol dire questa parola che tanto utilizziamo???
Cosa vuol dire fare un CAPRICCIO?!
Proviamo a fare un semplice esempio per riuscire a dare una risposta.
Il nostro compagno si sveglia è ci comunica che non vuole andare al lavoro, la nostra risposta non sarà di certo “ Dai non fare i capricci, vai a lavorare!” , ma chiederemo il perché di tale affermazione... se non sta bene, se ha problemi sul lavoro, ecc..
Quindi stiamo cercando di comprendere un DISAGIO, ed ecco la risposta:
CAPRICCIO=DISAGIO
Stiamo parlando di bambini e infanti, ossia della fascia di età compresa tra 0 mesi e 10 anni, non stiamo parlando di un adolescente che, per esempio, vuole farsi i capelli viola o vuole uscire fino a tarda notte perché ci COMUNICA che tutti i suoi amici lo fanno e non vuole essere escluso.
Altro punto fondamentale: COMUNICARE!
Ora abbiamo definito che il capriccio è un disagio ed è dato dall'incapacità di comunicare qualcosa.
Può essere un discorso che comprende tutta la fascia citata perché non vuol dire che per comunicare qualcosa basta saper parlare!
I sentimenti come la rabbia, la tristezza, la delusione sono difficili da comunicare per noi adulti figuriamoci per un bambino.
Occorre perciò mostrarsi sereni davanti ai capricci, che sono normali e fisiologici e non dipendono necessariamente dallo stile educativo.
Ci troviamo davanti a un fenomeno relazionale, in quanto non esiste nessun bambino che fa i capricci da solo; questi nascono sempre nell’interazione con un adulto.
Come distinguere quindi un capriccio per una mancanza importante, come può essere la ricerca di attenzione ed amore (quindi un qualcosa di implicito) da una richiesta futile (quindi un capriccio esplicito) e come affrontare i due differenti disagi?
Basta analizzare il tipo di disagio per capire quale sia il modo giusto di affrontare il problema.
Riportiamo qualche esempio per chiarire le idee.
Capriccio Implicito:
Disagio: Il bambino vuole stare continuamente in braccio, non vuole andare a scuola/asilo, non vuole dormire in stanza da solo, non vuole rimanere dai nonni...
Soluzione: Cosa succede? Ha bisogno di contatto? Sente la mancanza della mamma o del papà? È successo qualcosa a scuola o è stato rimproverato per brutti voti? I nonni l'hanno sgridato?
Non sempre il bambino può rispondere alle nostre domande ma noi possiamo SEMPRE comunicare  con lui, NON alzando la voce, NON rimproverandolo, NON facendolo sentire inadeguato.
Analizziamo la nostra situazione famigliare, cerchiamo di capire se a causa del lavoro siamo troppo assenti o se involontariamente ci siamo allontanati, spieghiamo al bambino che la mamma ed il papà sono sempre con lui e che torneranno sempre a riprenderlo, che i nonni l'hanno rimproverato perché poteva farsi male, che i voti a scuola non sono così importanti e lo aiuteremo a migliorare.
Se invece non è qualcosa di interno alla famiglia, parliamo con le persone o le strutture che si occupano di lui per vedere se può essere successo qualcosa, se ci sono problemi a scuola....
Capriccio Esplicito:
Disagio: voglio una caramella prima di cena, voglio guardare la tv, non voglio lavare i denti, al supermercato voglio tanti giochi nuovi.....
Soluzione: NO NO NO …. questo è quello che ci viene dire quando la cena è già pronta, quando sappiamo che ha tanti giochi, quando è tardi e deve lavarsi veloce....
Proviamo invece a meditare..... “una caramella prima di cena ..rovina il pasto non si può..... però quante volte mi viene voglia durante la giornata di qualcosa di dolce... “ quindi noi con calma possiamo rispondere alla richiesta in questa maniera “ se ti do una caramella ho paura che non mangi la cena (non dico no ma spiego il perché sono contraria), ma dato che non ne mangi spesso, te ne do un pezzetto, ricorda che però la prossima volta l'avrai solamente finito il pasto”...”hai guardato la tv mamma sa che ti piace molto quel cartone...però quando chiamo corri presto a tavola che ho preparato una cosa che ti piace tanto”...”al supermercato: ti piace quel gioco? Ha casa ne hai già tanti, facciamo una cosa prima mettiamo via quelli che non usi più così facciamo un po' di posto a quel giochino nuovo che ti piace tanto...”
Questi sono esempi pratici della vita quotidiana....
A quanti di noi è già successo di andare al supermercato evitando appositamente la corsia dei dolci o dei giocattoli per paura di eventuali richieste?
Ma quanti di noi passano davanti ad un negozio di borse/ scarpe e rimangono intente a guardarle col desiderio di comprare qualcosa??
I bambini reagiscono nella nostra stessa maniera, con la differenza che hanno bisogno degli adulti che spiegano loro perché si può o non si può fare.

Un bambino che durante il pasto viene rimproverato perché continua a buttare tutto a terra, non sarà forse che non ha più fame o non gradisce quello che sta mangiando??
Nei momenti di stress è normale lasciarsi trasportare dai loro “capricci” e pensare che siano richieste di poco conto, ma non vi è cosa più errata di sgridare, mettere in castigo o umiliare un bambino che cerca solamente di farci capire il suo disagio.
Quindi cosa fare assecondare tutte le richieste?
Assolutamente NO! Noi genitori/educatori sappiamo se qualcosa può essere fatto o meno senza rischiare di danneggiarli quindi dobbiamo aiutarli a decidere.
Prima di perdere la pazienza nel momento di una crisi del bambino, possiamo: attendere che passa la crisi, farlo calmare e poi cercare di comprendere il problema spiegando la nostra motivazione.
In alternativa, possiamo anche anticipare la richiesta del bambino... se sappiamo che è difficile fargli spegnere la tv o il videogioco prima di cena, anticipiamo noi, comunicando tra quanto sarò pronta la cena e chiedendo di prepararsi, oppure prima che ci chieda la classica caramella prima di cena mettiamola noi accanto al piatto dicendogli che è già lì per quando finisce la cena....
Ripeto, non vuol dire assecondare sempre, o riempirlo di dolci e giocattoli!
Bisogna semplicemente creare un dialogo e soprattutto evitare di preannunciare cosa non deve fare.... “ Adesso andiamo al supermercato, non devi chiedere nulla, non fare capricci, non compriamo un gioco, non compriamo caramelle... “ nella mente del bambino si crea anche in questo modo il disagio perché lui penserà “ mamma deve sempre ripetere le cose, non capisco, anche questa volta non posso avere caramelle”....
NEGARE SEMPRE è controproducente quanto DARE SEMPRE.
Ci sarebbero così tanti esempi da fare.... ma la cosa importante è ricordarsi di CO MU NI CA RE!
E, per quanto sia molto difficile, evitare o di mettere troppi divieti non necessari, i bambini sono individui come noi, con una loro personalità, va rispettata e capita!







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