Psicologia e dintorni
Sono Stefania Macchieraldo mamma di
Tommaso 15 mesi. Psicologa di professione. Dopo essere passata attraverso il
mare delle emozioni che una gravidanza e una nascita portano con sé, continuo
l'entusiasmante avventura del crescere insieme al mio piccolo. E' stato, così,
inevitabile portare anche la mia professione sul versante della passione di
essere mamma: una mamma ad alto contatto, con un po' di nozioni professionali,
molto imperfetta, allergica ai fanatismi e intollerante alle ingiustizie.
MANCATO
SOSTEGNO ALL'ALLATTAMENTO E DEPRESSIONE POST PARTUM
Ci
sono incontri che fanno scattare qualcosa e che per questo ci fanno decidere
che sì, quella cosa lì ci piace.
Per
me è stato così quando ho incontrato per la prima volta, per una consulenza
relativa al portare in fascia, una “Mom's”.
In
un mondo, quello della maternità, che, mi aveva sorpreso pieno di schieramenti,
a volte anche piuttosto giudicanti, ho trovato, unite a quelle che potevano
essere le sue idee di accudimento materno, in questa splendida mamma, tanto
equilibrio e buon senso. E' stato così naturale raccontarle ma mia personale
esperienza e, quasi contemporaneamente, decidere che sarebbe stato bello
collaborare insieme per il benessere delle mamme e, ovviamente, dei loro bimbi.
Perché
da non dimenticare mai è il fatto che un bimbo è sereno, se la sua mamma è
serena.
Purtroppo ciò non è
drammaticamente possibile in quei casi in cui si aggira lo spettro della
depressione post partum.
Non
ho intenzione qui di trattare in modo esauriente ed approfondito il tema
complesso della depressione puerperale, ma ci tengo a riportare alcuni dati
relativamente alla sua correlazione con il mancato sostegno all'allattamento,
in donne che desiderano allattare al seno.
Uno
studio della d.ssa Maria Iacovou,
dell’Università di Cambridge, riportato su The Telegraph, testimonia che le donne che hanno provato ad allattare al seno, e non si
sono riuscite, sono due volte più inclini a cadere nella depressione post
partum.
La ricerca, una
delle più vaste sull’argomento, è stata condotta su 10 mila donne britanniche e
ha sottolineato, una volta di più, l’importanza di sostenere le mamme nell’allattamento al seno.
Il malessere della
madre, come accennato, non rimane circoscritto alla stessa, ma ha effetti negativi anche sui piccoli.
Due
sono le conseguenze principali sui figli rispetto alla depressione materna.
1)
La riduzione significativa del numero di interazioni – verbali e non verbali –
tra la neomamma e il suo bambino che, là dove non ci siano persone che si
occupino del bambino, oltre la madre, offrendo un contributo affettivo, possono causare
ritardi psico-emotivi e inadeguatezze cognitive anche a lungo termine nei
bambini.
Una mamma che
sorride al suo bambino mentre lo prende in braccio, che gli parla lentamente
mentre lo guarda con dolcezza, attiva nel cervello del piccolo le prime
capacità di rapportarsi agli altri in modo empatico e gli consente di costruire
se stesso. Di converso, quando un bambino è trascurato, quando gli si dedicano
solo le attenzioni alimentari e di pulizia fondamentali o nemmeno quelle, i
suoi neuroni ricevono ben poco su cui attivarsi, le conseguenze saranno
difficili da recuperare e questa esperienza precoce influenzerà l'idea che
avranno di loro stessi e del mondo.
A livello cognitivo,
questi bambini presentano successivamente un QI significativamente inferiore
rispetto agli altri e spesso manifestano problemi di attenzione e di
concentrazione.
Presentano, inoltre,
disturbi comportamentali e una minore “competenza
sociale” nelle relazioni con gli altri e un minore quoziente di
intelligenza emotiva, che oggi sappiamo essere un fattore predittivo di
riuscita nella vita molto più significativo del QI, perché l’intelligenza
emotiva è un fattore essenziale di intelligenza sociale e di capacità di
rapportarsi agli altri in modo efficace.
2) Altra non trascurabile conseguenza la riduzione significativa, del 20%, dei controlli pediatrici periodici e un aumento di ben il 44% dei consulti di emergenza per problemi acuti del bambino, rispetto ai bimbi di madri non depresse come illustra la ricerca su questo tema pubblicata su Pediatrics, a conferma di quanto l’attenzione alla depressione delle madri in puerperio sia urgente non solo per il benessere della madre ma anche del bambino.
2) Altra non trascurabile conseguenza la riduzione significativa, del 20%, dei controlli pediatrici periodici e un aumento di ben il 44% dei consulti di emergenza per problemi acuti del bambino, rispetto ai bimbi di madri non depresse come illustra la ricerca su questo tema pubblicata su Pediatrics, a conferma di quanto l’attenzione alla depressione delle madri in puerperio sia urgente non solo per il benessere della madre ma anche del bambino.
E
allora che fare?
Nei
casi di dubbio rispetto ad una possibile depressione, intervenire consultando
dei professionisti che potranno, dopo attenta valutazione, indirizzare la
neo-mamma verso psicoterapia, anche integrata con farmacoterapia, nei casi più
gravi, senza mai trascurare il coinvolgimento dei familiari vicini alla mamma.
E,
poi, non dimenticare mai la grande forza della prevenzione che si può fare
coinvolgendosi e coinvolgendo altre mamme in gruppi di sostegno alla maternità,
come Mom's, che ci fanno scoprire cose che, forse, non immaginavamo nemmeno
esistessero, ma soprattutto, offrono un sostegno pratico e presente, come le
consulenze per l'allattamento, oltre al potersi confrontare con altre mamme e
scoprire che non si è sole.
Buon
anno mamme!
D.ssa
Stefania Macchieraldo
Psicologa
Per
le vostre domande, le vostre curiosità, o per proporre qualche argomento da
trattare, mi potete contattare su facebook https://www.facebook.com/stefania.macchieraldo oppure sulla mia
mail stefania.macchieraldo@gmail.com Sarò felice di
ascoltarvi!
Riferimenti
bibliografici:
Minkovitz
C.S. Strobino D. Scharfstein D. Hou W. Miller T. Mistry K.B. Swartz K. (2005)
Maternal Depressive Symptoms and Children’s Receipt of Health Care in the First 3 Years of Life
Pediatrics 115: 306-314, 2005
Maternal Depressive Symptoms and Children’s Receipt of Health Care in the First 3 Years of Life
Pediatrics 115: 306-314, 2005
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