Io e il mio pezzetto di cuore… - di Mamma Valentina
Salve, mi presento
sono vale mamma di due splendidi gioielli. Prima di sposarmi fantasticavo
spesso sull’essere genitore e mamma e sapevo che sarebbe stato bellissimo anche
se complicato. Non sapevo bene cosa mi aspettasse, avevo paura di non essere
all’altezza e di non riuscire in questo compito che dura tutta la vita. Ho
sempre preso come modello mia madre che da sola ha portato avanti cinque figli
creandosi un lavoro, una casa e una famiglia da amare. Io sono la prima di quei
cinque figli e ho aiutato mia madre nel suo percorso mammesco. Una volta ho
letto che i figli sono pezzi di cuore che camminano per il mondo. È vero. Non
credevo possibile amare così incondizionatamente ed essere pronti a dare la
vita per loro. Quello che mi mancava era l’istinto, pensavo che era quello
l’unica cosa che fa di una mamma, una vera mamma! Infondo noi dobbiamo capire
al volo i nostri figli e delle volte ci riusciamo senza far domande o parlare,
ci basta guardarli negli occhi per capirli. Mia madre… un esempio e un modello
di vita, anche se era da sola è riuscita
nel suo ruolo. Io avevo accanto mio marito e
Anche se non sentivo di essere veramente pronta, decisi di diventare
madre con profonda paura. Passavano i mesi,
ma nessun risultato … il primo, il secondo, il terzo ed io ancora non ero
incinta e pensavo che questo era un segnale dal destino. Con il quarto mese
avevamo perso le speranze, ero sempre nervosa, litigavo spesso con mio marito.
Un gg svegliandomi non so il perché mi resi conto di essere incinta anche se
non avevo nessun ritardo. Passai una
settimana a dire a mio marito che ero incinta e lui che mi rispondeva sempre di
no che era impossibile. “Guarda che io aspetto una femminuccia” e lui: “eeee addirittura non ci pensare più. “ Per
me era un piccolo miracolo …. avevamo promesso di chiamarla Maria e sono
rimasta subito incinta. Volevo dimostrare che era vero e siamo andati a fare la
beta insieme a mia madre. Non dimenticherò mai quando scese le scale con le
analisi in mano e gli occhi lucidi, consegnando le analisi a mio marito disse
“ha ragione è incinta” . Quello fu un momento terribilmente bello ed
emozionante da farmi tremare il cuore. Il problema per me era “e se non riesco
ad essere una buona mamma???” Voglio dire fin quando ci pensi alla probabilità
di esserlo è un conto ma quando sai che dentro di te cresce una creatura è
tutta un’altra storia. Cominciano le ansie, le paure, l’angoscia del parto e
soprattutto il mio corpo si stava preparando ad accogliere la nuova vita con le
conseguenze del caso nausee, vomito, stanchezza.
Arriva La prima ecografia un’emozione indescrivibile …
vedere sullo schermo e sentire che è reale
che puoi quasi toccare col cuore quell’esserino tanto piccolo, che
emozione piangere lacrime di gioia e non di disperazione. La dottoressa era
stranita dal fatto che me ne fossi accorta così presto. non sapevo che
rispondere e lei con molta calma aggiunse: “hai già l’istinto mammesco, non
temere che sarai un ottima mamma.” Per me quelle parole sono state di conforto,
perché credevo di non essere pronta e che avrei dovuto fare una fatica enorme
dopo che sarebbe nata la bimba. Cominciarono le visite, gli esami, i vari
controlli … una routine che non ho mai imparato ad accettare.
La gravidanza
procedeva ma con le nausee e il vomito non riuscivo a mangiare, i primi 6 mesi
ero dimagrita 7 kg. Avevo paura, come tutte del resto, l’importante per me era
che lei stesse bene. L’avevo desiderata così tanto che mi sembrava già di
conoscerla e pensavo di sapere tutto di lei. Fisicamente sapevo già tutto,
tutti i suoi lineamenti: il viso rotondo con le guancie rosse, i capelli ricci
e castani gli occhi chiari … insomma fantasticavo con la mente. Credo che ogni
donna incinta lo abbia fatto almeno una volta, bisogna vedere dopo se
l’immagine che ci siamo fatte corrisponde alla realtà. la pancia cresceva e
crescevano anche i commenti che alle volte davano parecchio fastidio. Dicevano
che la mia pancia era da maschietto e mio marito ci credeva parecchio, era
inutile parlare con lui. Gli ripetevo spesso che era una femminuccia ma senza
risultato. Andammo a visita e durante l’eco la dottoressa ci chiese se volevamo
sapere il sesso, risposi di no! io già sapevo, le dissi solo di confermarlo a
mio marito e Non aveva nemmeno finito di parlare che già piangeva come un
bambino per la felicità. Presa dal momento andai subito con mia madre a fare il
corredino, infondo è una tappa principale della gravidanza e non volevo farle
mancare niente. Ogni volta che acquistavo qualcosa era come se avessi lei fra
le mani. Sapevo cosa le stava bene e cosa no. Mia madre voleva a tutti i costi
comprare una tutina rosa, carinissima e simpaticissima. Anche se mi aveva
colpito molto dissi che non gli entrava dal collo, si misero a ridere con la
commessa del negozio dicendo “e tu che ne sai???”. risi pure io! mia madre
comprò lo stesso la tutina. Valigia pronta, esami discreti, ogni due gg le
analisi e le flebbo ogni sera, arrivo al
nono mese con difficoltà e stanchezza fisica e mentale. Termine 2 ottobre.
Noooo troppo lontano io sapevo che sarei partorita di li a breve. Sabato
mattina ( 19/09) mi alzo mi preparo e aspetto un piccolissimo dolore per andare
subito in clinica, ma non arrivava niente. Decisi di andare a mangiare una
pizza fuori con tutta la mia famiglia mamma sorelle e suoceri. Mi sentivo
diversa come se stessi per scoppiare da un momento all’altro così durante la
cena dissi che sarebbe stata la mia ultima cena da “non mamma” e che la
domenica sarebbe nata mia figlia. Tutti risero. Dall’inizio dissi che sarebbe
nata di domenica. Il gg dopo mi alzai con calma e andai in bagno trovando una
piccolissima macchia. Felicissima chiamai tutti e corremmo in clinica. La mia
gine era in ritardo così mi visitò un dottore che mi spiegò la situazione.
Avevo perso quasi tutto il liquido, si era lesionata la membrana e dovevo
partorire subito, così tutta contenta uscii dalla stanza con la certezza che di
li a poco avrei stretto mia figlia. Solo che la mia gine non era della stessa idea
del dottore, per lei era domenica ed io e mia figlia potevamo aspettare fino a
al gg dopo, considerando il fatto che dovevo essere stimolata la cosa andava
per le lunghe. Sentii il dottore gridarle contro per questa scelta, ma essendo
una sua paziente non avevo molta scelta, così con molta paura ho aspettato e
pianto lacrime amare, riuscii solo a farmi ricoverare. Durante la notte
cominciarono i dolori e alle 8 si presentò per cominciare un parto abbastanza
doloroso. Il dolore era atroce e non riuscivo a darmi forza, disse l’ostetrica
che non aveva mai assistito ad un parto così. Volavano schiaffi, pugni, un’ago
andò a finire nella gamba di una ragazza che era li. Chiudevo le gambe e non
capivo che mia figlia stava rischiando. In quel momento mi è crollato il mondo,
pensavo di tutto e non avevo la realtà delle cose, sapevo solo che ero da sola
li dentro e che se fosse successo qualcosa a mia figlia non me lo sarei mai
perdonato. Così ho dato quell’ultima spinta, un ultimo dolore per vedere
finalmente il mio pezzo di cuore. Finalmente La mia metà era sulla pancia ed io ero sfinita, non riuscivo ad
aprire gli occhi, non avevo il coraggio di guardarla, ho solo sentito che
scivolava ma non avevo le forze per prenderla. Cominciarono a lavarla e a
vestirla mentre mio marito si avvicinò finalmente a me dicendo “è la tua
fotocopia, grazie di cuore”. Dopo
essermi ripresa e alzata lei era li. Sul fasciatoio termico piccolissima e
profumatissima. Aveva le guancie rosse i capelli castani a boccoli e una pelle
liscissima. Era come la descrivevo a tutti, era uguale ai miei pensieri e al
mio fantasticare su di lei. Quando aprì gli occhi ed erano chiari, fu un colpo
per me. Avevo avuto ragione su tutto e per me voleva dire parecchio.
Felicissima che tutto era andato bene mia madre entra con la famosa tutina dal
collo stretto….gridando che lei doveva
mettere quel completino alla piccola…. Altra immensa soddisfazione, il colletto
era stretto e non gli entrava. Finalmente ha dovuto darmi ragione dopo mesi
passati a prendermi in giro per quella affermazione in quel negozio. Il ritorno
a casa con la piccola, il cambiamento della
mia vita, fu bello ma anche traumatico. Aveva scambiato la notte per il
giorno e non riuscivo mai a riposare per più di 5 minuti. Il mio istinto c’era
ed era consolidato in me, sapevo quando era necessario darle qualcosa da
mangiare o portarla a visita o per qualsiasi altra cosa. Il primo anno di asilo
un trauma, ma per me non per lei. La mia nanetta era contentissima di stare
all’asilo infatti piangeva solo quando dovevo prendermela, non voleva mai
ritornare a casa, anche se io stavo fuori l’asilo a piangere. Una mattina
l’accompagno all’asilo, ritorno a casa e avevo ansia. Ho pensato quasi subito
all’unica eventualità possibile, cioè: maria-alessandra. Così verso le dieci
ritorno all’asilo con un cambio, pantalone e calze pulite. La bidella con il
telefono in mano mi guarda e si mette a ridere, poi mi domanda “ma lei come
faceva a sapere che sua figlia si era fatta la pipì addosso??” risposi con un
sorriso lunghissimo, infondo una madre sa sempre tutto e deve sapere sempre
tutto, senza bisogno di chiedere niente. La mia bimba, la mia metà che cammina
per il mondo è grande, è autonoma e vorrei tanto ritornare a quel giorno,
quando la vidi per la prima volta su quel fasciatoio. Posso solo ritornarci con
il pensiero e grazie a voi oggi ho rivissuto tutto o quasi. Come oggi , di
quattro anni fa diedi alla luce il mio pezzetto di cuore, il mio orgoglio, la
mia soddisfazione più grande, la mia piccola principessa che dorme già da sola
nel suo lettino, per me tanto odiato. Una mamma augura sempre il bene alla
propria figlia ed io non posso essere da meno. Tanti auguri amore di mamma per
il tuo quarto compleanno sei e rimarrai sempre nel mio cuore e sono sicura che
l’istinto che ho verso di te mi faciliterà il mio compito e ruolo di mamma per
sempre. Ti amo cuoricino mio e ti amerò e proteggerò sempre. BisMamma Vale
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