Ho un
sorriso sulla pancia… e sceglierò il VBAC!
“Sono incinta!” e
così le nostre amiche già mamme, dopo le congratulazioni di rito, ci
racconteranno il loro tragico parto; ore
e giorni di travaglio, dolori insopportabili, terrore e panico. Ma il parto non
è così; il dolore c’è, ma serve; senza contrazioni i nostri bimbi non
potrebbero nascere, senza dilatazione, rimarrebbero incastrati. Partoriamo così
da milioni di anni! In caverne, in casa, assistiti da una donna già esperta o
da sole. Il travaglio ed il parto dovrebbero essere momenti magici, sacri, da
vivere in penombra e libere di muoverci, assecondare le contrazioni
vocalizzando e camminando. Al giorno d’oggi la percentuale di parti in casa è
assai minima, ed il parto è sempre più medicalizzato; ciò ha portato molti
vantaggi è indiscutibile; le morti di madre e figlio durante il parto sono
ormai rarissime, le cure mediche sono solerti e spesso salvano la vita. Ma ci
abbiamo guadagnato poi così tanto? Ormai partorire crea una sorta di terrore
cieco nelle future madri e spesso si ricorre a medicalizzare già la gravidanza
con mille ecografie e visite inutili (e spesso dannose) che ci creano ansie
inutili. Ed in questo stato d’animo ci sentiamo di chiedere al nostro ginecologo “posso fare il cesareo?
Così non soffrirò!”. Ma come si fa a pensare una cosa simile? Il Taglio Cesareo
(TC) non è un parto ma è un intervento
chirurgico, porta rischi elevati, un decorso post operatorio spesso doloroso, aderenze che ci tortureranno
durante la prossima gravidanza (per non parlare delle complicazioni, infezione
della ferita, emorragie e quant’altro)
ed inoltre ben l’80 % delle donne cesarizzate ha problemi a metabolizzare ed
accettare questo intervento invasivo. Le ripercussioni psicologiche sono importanti:
il primo giorno siamo costrette a letto con flebo, catetere e punti.. ma abbiamo
un cucciolo a cui badare! Non riusciamo a prenderlo in braccio, lo vediamo per
un istante dopo averlo sentito tirate
fuori dalla nostra pancia, per poi ritrovarcelo già in stanza con il papà,
spesso l’avvio dell’allattamento diventa difficoltoso, ci sentiamo estraniate
dal nostro corpo e non più padrone di noi stesse. L’OMS (organizzazione
mondiale per la salute) valuta i cesari necessari intorno 15% delle partorienti;
in Italia superiamo di gran lunga il 35%. Infatti spesso i cesarei “d’urgenza”
a posteriori si scoprono evitabili o regalati; le colpe sono anche da
attribuire alla nostra poca preparazione al parto, alle pressioni psicologiche
che subiamo ed al nostro rifiuto del dolore. Anche i podalici vengono fatti
nascere con TC elettivi, programmati pre-termine, quando ancora il bambino non
è pronto a nascere, e senza neppure informare la donna che esistono vari modi
per rivolgerli, tra cui la manovra. E dopo un TC segue sempre un altro TC..
perchè? I rischi di sottoporre una precesarizzata ad un nuovo TC sono alti,
molto di più di fare un parto naturale dopo cesareo; allora perché non se ne
parla mai? Il VBAC (vaginal birth after cesarean) è una realtà (riescono ben il
76%!), anzi, è un diritto di ogni donna, molti ospedali già adottano questa
procedura, se anche con alcune restrizioni, ma non tutti lo propongono; ed è
così che spesso ci lasciamo tagliare la pancia una seconda volta, senza neppure
pensare che il parto è nostro! Non mettiamo il bisturi in mano al ginecologo,
ma informiamoci bene, non cediamo alle pressioni di nessuno ed ai soliti falsi
miti; scegliamo la nostra strada ed il nostro parto. E se ci toccherà fare un TC davvero necessario
ne saremo felici, perché sapremo che ci ha salvato la vita, a noi ed al nostro
cucciolo! E finalmente saremo disposte ad accettare il nostro “sorriso sulla
pancia”.
♥ Mamma Paola ♥
Fonti : “Un sorriso
sulla pancia” facebook – e gruppi di supporto al VBAC. Video
consigliato you tube: “Noi vogliamo un
VBAC - Un sorriso sulla pancia”


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