venerdì 4 ottobre 2013

Ho un sorriso sulla pancia… e sceglierò il VBAC

Ho un sorriso sulla pancia… e sceglierò il VBAC!
“Sono incinta!” e così le nostre amiche già mamme, dopo le congratulazioni di rito, ci racconteranno il loro  tragico parto; ore e giorni di travaglio, dolori insopportabili, terrore e panico. Ma il parto non è così; il dolore c’è, ma serve; senza contrazioni i nostri bimbi non potrebbero nascere, senza dilatazione, rimarrebbero incastrati. Partoriamo così da milioni di anni! In caverne, in casa, assistiti da una donna già esperta o da sole. Il travaglio ed il parto dovrebbero essere momenti magici, sacri, da vivere in penombra e libere di muoverci, assecondare le contrazioni vocalizzando e camminando. Al giorno d’oggi la percentuale di parti in casa è assai minima, ed il parto è sempre più medicalizzato; ciò ha portato molti vantaggi è indiscutibile; le morti di madre e figlio durante il parto sono ormai rarissime, le cure mediche sono solerti e spesso salvano la vita. Ma ci abbiamo guadagnato poi così tanto? Ormai partorire crea una sorta di terrore cieco nelle future madri e spesso si ricorre a medicalizzare già la gravidanza con mille ecografie e visite inutili (e spesso dannose) che ci creano ansie inutili. Ed in questo stato d’animo ci sentiamo di chiedere  al nostro ginecologo “posso fare il cesareo? Così non soffrirò!”. Ma come si fa a pensare una cosa simile? Il Taglio Cesareo (TC) non è un parto ma è  un intervento chirurgico, porta rischi elevati, un decorso post operatorio  spesso doloroso, aderenze che ci tortureranno durante la prossima gravidanza (per non parlare delle complicazioni, infezione della ferita,  emorragie e quant’altro) ed inoltre ben l’80 % delle donne cesarizzate ha problemi a metabolizzare ed accettare questo intervento invasivo. Le ripercussioni psicologiche sono importanti: il primo giorno siamo costrette a letto con flebo, catetere e punti.. ma abbiamo un cucciolo a cui badare! Non riusciamo a prenderlo in braccio, lo vediamo per un istante dopo averlo sentito  tirate fuori dalla nostra pancia, per poi ritrovarcelo già in stanza con il papà, spesso l’avvio dell’allattamento diventa difficoltoso, ci sentiamo estraniate dal nostro corpo e non più padrone di noi stesse. L’OMS (organizzazione mondiale per la salute) valuta i cesari necessari intorno 15% delle partorienti; in Italia superiamo di gran lunga il 35%. Infatti spesso i cesarei “d’urgenza” a posteriori si scoprono evitabili o regalati; le colpe sono anche da attribuire alla nostra poca preparazione al parto, alle pressioni psicologiche che subiamo ed al nostro rifiuto del dolore. Anche i podalici vengono fatti nascere con TC elettivi, programmati pre-termine, quando ancora il bambino non è pronto a nascere, e senza neppure informare la donna che esistono vari modi per rivolgerli, tra cui la manovra. E dopo un TC segue sempre un altro TC.. perchè? I rischi di sottoporre una precesarizzata ad un nuovo TC sono alti, molto di più di fare un parto naturale dopo cesareo; allora perché non se ne parla mai? Il VBAC (vaginal birth after cesarean) è una realtà (riescono ben il 76%!), anzi, è un diritto di ogni donna, molti ospedali già adottano questa procedura, se anche con alcune restrizioni, ma non tutti lo propongono; ed è così che spesso ci lasciamo tagliare la pancia una seconda volta, senza neppure pensare che il parto è nostro! Non mettiamo il bisturi in mano al ginecologo, ma informiamoci bene, non cediamo alle pressioni di nessuno ed ai soliti falsi miti; scegliamo la nostra strada ed il nostro parto.  E se ci toccherà fare un TC davvero necessario ne saremo felici, perché sapremo che ci ha salvato la vita, a noi ed al nostro cucciolo! E finalmente saremo disposte ad accettare il nostro “sorriso sulla pancia”.
Mamma Paola

Fonti : “Un sorriso sulla pancia” facebook – e gruppi di supporto al VBAC.   Video consigliato you tube:  “Noi vogliamo un VBAC - Un sorriso sulla pancia”

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