sabato 7 dicembre 2013

Perché si porta?

Perché si porta?



La domanda ''perchè porti'' mi è stata fatta tante volte, per lo più da persone nella fascia d'età tra 25 e 50 anni, generazioni in cui l'uso del passeggini, box, girelli e poi di marsupi è stata la base del crescere un figlio ''per non dargli il vizio ''! Generazioni dove i pediatri, le mamme e i conoscenti ti dicevano che se un bambino viene preso su ogni volta che piange diventa viziato! Tutto a favore delle multinazionali, che hanno inventato questi strumenti per venire incontro a una generazione di mamme lavoratrici,che volevano essere emancipate. Ma queste soluzioni sono veramente il meglio che possiamo offrire oggi ai nostri figli solo perchè lo dice la pubblicità o l'amica della mamma?
Vediamo cosa succede nel mondo, come vivono la maternità le donne dei paesi ''non civilizzati'' (ad alto contatto) per poi poter andare ad analizzare e confrontare il nostro modo (a basso contatto) di rapportarci ai figli e quali conseguenze portano. (tratto dal libro portare i piccoli)
I bambini nelle società ad alto contatto non piangono quasi mai, questo perchè vivono immersi nel ritmo della vita della loro tribù e i loro bisogni vengono prontamente soddisfatti. Voglio aprire con le mamme dello Zimbawe, dove il bambino ha DIRITTO per tre anni dalla nascita, di vivere in groppa a sua madre. Questa ''Groppa'' non è un termine spregiativo; si tratta della rupe sulla schiena del mondo. Nei linguaggi Bantu viene descritta con una parola propria, perchè si tratta di una parte importante della schiena. Il bambino si trova ''incollato'' sul continente schiena in groppa, in quel luogo, che serve per spiccare il volo, nel luogo di partenza nel viaggio per la vita. Gli eschimesi Netsilik vengono descritti come popolazione equilibrata e serena, nonostante le condizioni ambientali avverse in cui abitano. Portano i propri neonati nel cappuccio del cappotto della madre vestiti soltanto con un pannolino di karibu e viene portato fino a quando non ha assunto una maturità mentale che viene chiamata ihuma. Anche in questa popolazione le necessità del bambino vengono prontamente soddisfatte e le madri imparano presto a interpretare le richieste attraverso il contatto. Gli Yequana nell'Amazzonia sono una popolazione di persone piccole ma forti e sanno dosare le proprie energie in modo ottimale. Non le sprecano mai in pensieri o tensioni. I loro bambini non litigano, non vengono puniti e sono molto obbedienti. Dopo la nascita restano a contatto con la madre che li porta con se fino a quando non sanno gattonare, vengono allattati a richiesta e dorme con lei fino ai tre o quattro anni. Nonostante tutto questo contatto però il bambino non riceve molte attenzioni dirette, fa parte del mondo della madre ma non ne è il centro. I bambini vivono in una comunità di adulti sereni e rilassati. Arapesh e Mundgumor in Papua nuova Guinea, sono due popolazioni che portano in maniera molto differente; Gli Arapesh portano i bimbi in una rete o cesta che la madre si appende alla testa, la borsa è molto morbida. imbottita di foglie e il bambino è sdraiato in posizione orizzontale-fetale. La parola per questa borsa è la stessa che usano per utero e secondo questa popolazione ci sta comodo come nell'utero materno. La rete è elastica e non costituisce un limite tra bambino e madre. I Mundgumor invece mettono i bambini in una cesta grezza e dura dove sono costretti a stare con le braccia incastrate lungo il corpo, addosso alle pareti dure. La cesta non fa passare il calore del corpo della madre. I bambini vengono portati in giro solo per assenze lunghe, per brevi periodi la cesta viene appesa nella capanna e i bambini sono lasciati soli. Quando inizia a gattonare viene lasciato a se stesso e anche quando viene portato a spalle dei genitori non viene tenuto ma deve aggrapparsi ai capelli per non cadere. Questo modo così differente di portare viene dato dai diversi valori sociali delle tribù, l'uomo e la donna ideali dei Mundgumor sono guerrieri duri e intransigenti, i componenti della società docili non vengono accettati; invece gli Arapesh sono una tribù molto pacifica. Gli Anbarra, aborigeni australiani considerano i loro neonati a rischio perchè la loro pelle non è ancora scura. Adagiati in una culla di corteccia, vengono allattati senza essere presi in braccio e la madre è molto limitata nelle sue attività perchè in questo modo non può andare a raccogliere la frutta. Il bambino in questa fase riceve poco contatto corporeo ma molti contatti sociali. La culla viene portata da altre persone e se piange viene allattato o cullato e riceve molte attenzioni. Dopo alcune settimane non viene più utilizzata la culla e il bimbo viene preso in braccio e portato sul fianco o sulla spalle senza che gli venga sostenuta la testa, a sei settimane riesce già a controllarla completamente. Sta in braccio a tutti e viene incoraggiato a sorridere, non è mai solo ed è sempre in mezzo alle attività della tribù. A sei mesi messi a spalle della madre che va a raccogliere frutta riescono già a tenersi da soli, senza che la madre li aiuti, i bambini europei riescono a farlo al più presto attorno all'anno di vita. Detto questo sulle varie popolazioni viene più facile capire quali effetti positivi si hanno a portare i bambini a stretto contatto sia in fatto di carattere sia per quello che riguarda il lato dell'inserimento nella società!
Leggendo i vari modi di allevare i figli delle varie popolazioni, quali bambini cresceranno diventeranno degli adulti sereni e con meno stress? Non di sicuro un bimbo che viene lasciato piangere per delle ore fino a quando rassegnato impara a non esprimere più le sue necessità.. Sfortunatamente nella nostra società di adulti iper indaffarati, dove non si ha il tempo da dedicare ai propri figli, stiamo inconsapevolmente crescendo delle generazioni di bambini stressati e infelici, capricciosi e che non conoscono i veri valori della vita! Ormai tutti i giorni mi capita di vedere madri con bimbi di 6/7 mesi nel passeggino, che pur di non sentir piangere quella creaturina mettono qualunque genere di video su cellulari o tablet e li piazzano davanti a questi oggetti.. Il bimbo ammaliato da colori e suoni si dimentica che aveva bisogno della sua mamma e smette di piangere.. Sento ancora troppo sovente di mamme che dicono orgogliose di aver sempre dato degli orari per le poppate e alla sera l'ultima era di latte artificiale, così il pupo dorme fino al mattino senza svegliarsi, poi a 4 mesi niente più seno perchè se no resta mammone e viziato... E ancora neonati lasciati a disperarsi perchè se no poi piange solo per essere preso in braccio e gli resta il vizio... Tutto dove ci si gira si sentono mamme, amiche, conoscenti e perfetti sconosciuti che pronunciano le fatidiche parole ''altrimenti lo vizi''... Facciamoci una domanda allora: Che cosa vuol dire viziare?
Mamma 1:
Allatta a richiesta e prosegue l'allattamento anche fino all'anno e oltre; porta il suo bimbo in fascia, vicino al suo cuore (occasionalmente usa il passeggino) lascia che possa dormire nel lettone o comunque nella stessa stanza, pronta a rispondere ai bisogni del proprio piccolo; gioca con lui, gli legge una storia o se ne inventa una esce per portarlo al parco e passa molto tempo a coccolarlo
Mamma 2:
Allatta ad orario o decide di non allattare e usa latte artificiale cerca di tornare al lavoro il prima possibile prende il figlio in braccio solo se necessario passeggino, girello e box sono per lei indispensabili tutte le volte che esce compra qualcosa al figlio, principalmente giocattoli per non sentirlo ''frignare'' come dice lei non ha tempo da dedicare ne per leggere o giocare col figlio ma tanto non ne ha bisogno, ha tutti i giochi che vuole, anzi oggi tornando da lavoro passo dal giocattolaio
Quale bimbo crescerà viziato? Il figlio della mamma 1 o quello della mamma 2? Io credo quello della mamma 2, abbracci e contatto non fanno il bambino un viziato!
Ma torniamo all'inizio: PERCHE' SI PORTA? Oltre a tutti i benefici psichici che il portare ha sul bambino, si hanno anche i benefici fisici: usare una fascia (da notare bene fascia NON marsupio classico!) previene la displasia all'anca, il bambino assume una posizione fisiologica; ormai ci sono molti medici che consigliano per la displasia l'utilizzo di una fascia o marsupio ergonomico. Quando il piccolo soffre di coliche o reflusso, stare tutto fasciato, a contatto con il calore, l'odore e il battito del cuore della mamma lo aiuta a stare meglio, si rilassa e aiutato dalla posizione (in questo caso rigorosamente verticale) a stare meglio; Rilassandosi riesce a liberarsi dei gas bloccati, invece per il reflusso stare in quella posizione fa si che non torni su l'acido dallo stomaco. In entrambi i casi si ha un effetto positivo anche sulla mamma, che riuscendo ad avere le mani libere e sentendo che il bimbo comincia a calmarsi, si rilassa e questo crea un circolo ''vizioso'' (in positivo) mamma calma- bimbo calmo- mamma rilassata. Oltre agli aspetti psico-fisici ci sono altri benefici che non sono da trascurare come ad esempio: Mamma con due figli di età ravvicinate, ognuno ha bisogno di lei in modi differenti e nei momenti meno opportuni.. Magari il piccolo vuole dormire e il grande vuole mangiare.. uno piange, l'altro si innervosisce e la povera mamma non è nel pallone.. nessun problema, tira fuori la sua fascia e in un attimo il piccolo dorme e lei può cucinare mentre magari riesce anche a giocare con il grande! Alzino la mano le mamme che hanno almeno una volta imprecato contro una città non a prova di passeggino, con scale e nessun ascensore, marciapiedi strettissimi e senza rampe con tanto di gradino alto 20 cm! A me il primo esempio che viene è Roma e la sua metropolitana! Avrei lasciato il passeggino in hotel e con la mia bella fascia sarei andata ovunque! Invece ancora non le conoscevo con la prima figlia e la vacanza di una settimana a Roma è stata un continuo maledire la metropolitana e i pulman! Non oso immaginare che vita facciano i disabili in certe città... L'utilità maggiore della fascia nella nostra società è però per le situazioni di uscita per compere o per fare una passeggiata; quante volte vi è capitato che dei perfetti sconosciuti, per la maggior parte persone anziane, si avvicinino ai vostri figli per baciargli mani, piedini o guanciotte? Con la fascia il problema è risolto con la maggior diplomazia ed evitando di offendere qualcuno! Il piccolo è al sicuro nella fascia e nessuno sconosciuto oserà baciare il bimbo così ben protetto, al massimo sposteranno i lembi della fascia ma non avvicinerebbero così tanto il viso al corpo della madre (soprattutto se il bimbo è portato avanti proprio sopra al seno!). In più la fascia funge da schermo contro gli eccessivi stimoli del mondo che ci circonda, tutti i vari stimoli del mondo ''esterno'' arrivano attutiti dallo schermo protettivo creato dalla fascia stessa! Ultimo ma non meno importante (anzi!) è la salute della schiena di chi porta; chi ha usato i marsupi tradizionali sa bene quanto male facciano a schiena e spalle dopo un pò; e anche chi tiene tanto i figli in braccio sa bene di che tipo di male stò parlando! Portando i bimbi in fascia invece si ha una distribuzione del peso su tutto il busto, spalle, schiena e vita vengono egualmente caricate del peso del piccolo! Una corretta fasciatura può far si di non sentire affatto il peso di un bimbo di 10/12 kg, tutto stà nell'imparare a usare correttamente la fascia, sistemando bene i lembi di tessuto. Queste sono le motivazioni per cui io porto e spero che anche chi leggerà questo articolo capirà l'importanza non solo del portare (siamo della famiglia dei primati, è nel nostro DNA) ma anche di riuscire a modificare il modo che la nostra società ha nel classificare come vizio il manifestare l'amore che si ha per i propri figli!
Buon viaggio nella vita di genitori!
Mamma Fabiola


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