venerdì 23 maggio 2014

Latte di Mamma e ….allattamento a termine


Latte di Mamma e ….
                                          Rubrica sull’allattamento materno a cura di Maria Di Maggio
Fondatrice del gruppo fb ”Noi Mamme che allattiamo anche dopo i 6 mesi”

Ciao Mamme, ci eravamo lasciate lo scorso mese col mio pensiero sulla conquista dell’autonomia dei nostri Bimbi e sul ruolo fondamentale che a mio avviso gioca in tutto questo l’allattamento. Per riassumere, riporto in sintesi: “Io credo che il latte di Mamma è da subito nutrimento, amore e vita ma allo stesso tempo si evolve diventando tantissime cose.  Allattare è davvero donarsi ai propri Figli. Allattare vuol dire accettarli, accoglierli, consolarli, cullarli, proteggerli e soprattutto ascoltarli. Ci sono forse altre basi migliori per costruire l’autostima di un Bambino? L’Amore è alla base dell’autostima”. Mi collego a questo concetto poiché il tema di questo mese è “l’allattamento a termine” ossia allattare il proprio Bambino/a fino a che sia lui/lei a lasciare il seno autonomamente non appena riterrà conclusa questa meravigliosa esperienza. Tante Mamme, anche tra le Mamme che allattano, a questo punto storcono il naso. La reazione più comune è “si e allora campa cavallo! non si staccheranno mai!”. Rispondo con una domanda: avete mai visto Teenager allattati? Io no. Questa è la conferma che prima o poi si staccano e vi assicuro che capita molto prima di diventare adolescenti! Secondo me l’allattamento a termine va a braccetto col discorso autonomia-autostima e quindi, futuro adulto di domani. Per esprimere il mio pensiero, vorrei partire da una frase stupenda, che ovviamente condivido in pieno, della mitica Alessandra Bortolotti psicologa perinatale ed autrice del libro “E se poi prende il vizio?”, che dice: “Allattare è un gesto d’amore e come tale non ha per natura limiti di tempo, l’amore non è a tempo!”. Questa è praticamente diventata, senza programmarlo o progettarlo, la mia filosofia di vita e ogni giorno festeggiamo un traguardo da ben 55 mesi (4 anni e mezzo) di cui quasi 30 (2 anni e mezzo) in tandem. Perché continuare ad allattare il proprio Bimbo fino a che smetterà da solo di chiedere la tetta? Beh, la vera domanda per me è: perché no? Io sinceramente in questi anni non ho trovato un motivo valido per rifiutare le richieste dei miei Bimbi. Ovviamente abbiamo dato dei limiti e qualche regola, usando il buon senso e trovando persino qualche compromesso costruttivo. Non ho mai vissuto il nostro allattamento come una restrizione della mia libertà, né ancora meno, come una limitazione alla conquista dell’autonomia di Giulia e Ludovico, anzi, abbiamo riscontrato più volte l’esatto contrario. Ho visto Giulia e Ludovico sempre sereni ed ho visto accrescere l’autostima in loro stessi vedendo accolte le loro richieste, tutte le loro richieste…. da provare a far da soli un qualcosa fino ad accettare e accogliere la richiesta di una ciucciatina quando ne sentivano il bisogno.
Non mi sono mai posta, quindi, il problema di come “staccarli”, anche perché, come mi fa riflettere mio Marito, dal punto di vista fisiologico siamo progettate per continuare a produrre latte qualitativamente impareggiabile per ogni stadio di crescita dei nostri Bimbi, se così non fosse, smetteremmo semplicemente di produrre latte al compimento dei sei mesi dei nostri piccoli.  Eppure, come far terminare l’allattamento, rimane una tra le domande più frequenti delle Mamme, persino con Bimbi molto piccoli e lo riscontro spesso anche nel mio gruppo. Cosa rispondere a questa domanda è molto difficile. Tanti sono i motivi che la Mamme raccontano per motivare la loro scelta di smettere di allattare, più o meno personalmente condivisibili, e altrettante sono le risposte di altre Mamme su come smettere. Posto che, vorrei solo ricordare, che i motivi per cui è necessario smettere di allattare sono davvero pochissimi, rimane insindacabile che ogni Mamma faccia la scelta che ritiene più opportuna per il proprio Bimbo, in primis e poi per se stessa (ricordiamocelo sempre!). C’è però in realtà un motivo e soprattutto un modo che possa definirsi onesto nello smettere di allattare? Cosa rispondo da Consulente in allattamento materno: Il modo giusto sarebbe quello di valutare diversi parametri di ogni singola coppia madre-bambino e se non possono esserci scelte che protraggono l’allattamento, consigliare un distacco graduale del piccolo dalla tetta allontanando le poppate per poi saltarne alcune (quindi addio allattamento a richiesta!), integrare con altro (a seconda dell’età del Bambino), distrarre con un libro o una passeggiata il Bimbo quando chiede di ciucciare, dialogare molto su quanto sta avvenendo indipendentemente dall’età del piccolo. Bisognerebbe dire con estrema chiarezza e sincerità al proprio Figlio che si desidera smettere di allattare per i motivi X ed Y. Ecco perché, secondo me, sarebbe giusto che avvenisse il più tardi possibile, poiché questo presuppone che il Bimbo sia in età da comprendere ed eventualmente accettare la scelta della Madre, che probabilmente non sarà la sua.
E’ un distacco sicuramente molto lento che rispetta i tempi del Bambino e rimane una scelta di accudimento ad alto contatto che tiene conto di possibili regressioni e le accetta pur continuando a perseverare nell’obbiettivo finale. Molte Mamme, però, che scelgono di smettere di allattare non fanno questa scelta o perché non hanno il tempo e la pazienza di intraprendere questo percorso lungo e non semplice o semplicemente perché non si pongono nemmeno il problema dal punto di vista del Bambino. Cosa succede allora veramente nella maggior parte dei casi? Le Mamme trovano un qualche escamotage! E qui, per me, casca l’asino!
Ecco che a questo punto entrano in gioco tante cose e ritorna come per magia il discorso iniziato il mese scorso sull’autonomia-autostima che tanto ci criticano a noi Mamme allattone. Vediamo il perché. Quale escamotage si può dire integerrimo? Che grado di lealtà siamo disposti ad offrire? Che esempio morale vogliamo trasmettere? Che modello educativo intendiamo dare, fin da subito, ai nostri Figli sulla base di che adulto vorremmo fosse domani?
Ecco che, a mio avviso, inizia la fiera degli orrori! Ne ho sentite di tutte: cerotti, pomate dal gusto schifoso, addirittura peperoncino o caffè solubile, rifiuto secco, sostituzione di tetta con ciucci e/o biberon contenenti bevande zuccherate, proposta di oggetti transazionali e infine, arriva la peggiore, ossia, scomparire per qualche giorno lasciando il piccolo con qualche parente prossimo.  Spero davvero che poche Mamme siano a conoscenza di cosa questa ultima opzione provochi nei loro Bambini. I più piccoli non hanno ancora proprio il concetto di cognizione del tempo, pertanto non riescono a comprendere l’assenza della figura di riferimento, ossia la Mamma ed elaborano la mancanza della stessa, seppure minima nel tempo, alla stregua di come noi adulti viviamo un lutto. Immaginiamoci, pertanto, il dolore che provano nell’assenza prolungata della Mamma e peraltro improvvisa (quando invece i Bambini sono rassicurati dalla routinarietà). Detto questo, il cerchio si chiude con quello che è il discorso iniziale della fiducia, della lealtà, del buon esempio, della speranza ed aspettazione che abbiamo sul futuro dei nostri Figli. Cosa gli insegniamo mettendo un cerotto sui capezzoli e raccontandogli un sacco di balle? Ad essere bugiardo, a risolvere le questioni importanti (ricordiamoci che per i nostri Figli la tetta è la vita! e la Mamma è tutto!) con la menzogna, con raggiri e mezzucci. Cosa gli dimostriamo sostituendoci con altro? Che possono fare benissimo a meno di noi, come nutrici e come esempio di vita. Cosa trasmettiamo scomparendo per qualche giorno? La risposta è l’abbandono. Gli stiamo dicendo “arrangiati, io non ci sono più”. Gli stiamo insegnando a scappare dalle proprie responsabilità, non ad affrontarle. Questo non è vivere a testa alta, questo è instillare insicurezza e cattivo esempio. Viene criticato dalla Società un modello educativo che accoglie le richieste dei Figli etichettandoli come viziati e invece viene accettato un comportamento, a mio dire, gravemente diseducativo e sterile. Viene pubblicizzato e sostenuto un modello di Madre a bassissimo contatto a discapito di una Mamma che sceglie di allattare a lungo e che per questo viene criticata, vista come un’aliena e lasciata sola. Poi ci chiediamo perchè la nostra Società è così malata e va allo scatafascio? Per me allattare a termine vuol dire allattare ad oltranza, Amare ad oltranza. C’è così tanto bisogno di valori e d’amore oggi che non vedo assolutamente niente di male a continuare ad allattare Giulia e Ludovico fino all’università se me lo chiederanno. Come dico sempre, allattare è amore allo stato liquido e allora allattiamoli finchè ce lo chiederanno e freghiamocene di chi la pensa diversamente da noi e ci accusa perché non ci comprende. Per me è più importante il giudizio dei miei Figli che quello di questa Società perbenista pronta a giudicare sempre tutto e tutti. Se, invece di ascoltare e preoccuparci della gente, mettessimo lo stesso impegno nell’ascoltare i nostri Bambini, saremmo indubbiamente più serene e realizzate e i nostri Bimbi molto meno nervosi e insicuri. Ecco cosa vuol dire autonomia, autostima… vuol dire saper essere ascoltati ed accolti. Voglio lasciarvi con una frase bellissima frutto di riflessione dell’Educatrice del Nido del mio Ludovico, la dolcissima Maestra Alessandra:
“La priorità più grande è prendersi il tempo per amare…
Amare significa anche fermare;
Amare significa ascoltare e ciò richiede impegno, costanza e disponibilità….
significa lasciarsi penetrare dal suo sguardo, i figli vanno “sentiti” non “uditi”. ”


Chi semina amore raccoglie felicità.
                                William Shakespeare




♥ mamma Maria ♥

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