domenica 31 gennaio 2016

Educando... L'ANSIA DA SEPARAZIONE

Educando
Mi chiamo Veronica, ho 29 anni e due splendidi figli di 5 e 2 anni. Ho conseguito il diploma tecnico dei servizi socio sanitari, ed ora ho aperto la mia struttura, realizzando così il mio desiderio più grande: stare e lavorare con i bambini.


...L'ANSIA DA SEPARAZIONE...


Voglio parlare di un argomento molto delicato che purtroppo quasi tutti i genitori ed i propri cuccioli vivono nel momento dell'inserimento al nido o alla scuola materna.
Sforando un po' dal mio campo, mi ispiro ad un grande studioso e psicologo della metà del '900 in merito ad attaccamento ed ansia da separazione, J.Bowlby. Per le sue idee “rivoluzionarie” rispetto ai grandi teorici
del passato venne spesso criticato ma le sue teorie vengono studiate ed applicate ancora oggi dagli psicologi infantili di tutto il mondo.
Separazione vuol dire anche perdita del contatto con l’ambiente abituale e abbandono di un certo stile di comportamento, la crescita è sempre scandita dalla separazione: si abbandonano le sicurezze raggiunte nella fase precedente per poi potersi arricchire di qualcosa di nuovo.
La paura della separazione si manifesta dal decimo mese e fino al terzo anno, collegata alla paura degli estranei e di perdere la mamma o chi si occupa di loro.
Entrare nella scuola dell’infanzia o al nido non significa solo allontanarsi dai genitori (esperienza sicuramente già vissuta quando viene lasciato ai nonni o a baby sitter), ma soprattutto vuol dire separarsi da ciò che è familiare e abituale, per conoscere qualcosa di nuovo e sconosciuto con bambini simili e diversi da lui, con nuovi adulti di riferimento: le educatrici.
Considerando che nello sviluppo ciò che è “familiare” è “protettivo” mentre ciò che è “estraneo” equivale a qualcosa di “nemico”, si può comprendere così l’angoscia provata da molti bambini,
Il bambino, forse per la prima volta, non ha l’adulto tutto per sé e deve imparare a dividere le attenzioni della maestra con gli altri, a seguire nuove regole, a stare nel gruppo, ad aspettare il suo turno.....
Rappresenta un grande cambiamento nella sua vita caratterizzato dall’esperienza della condivisione e per i bambini abituati a stare a casa con poche occasioni di socializzare potrebbe essere più faticoso.
Inoltre ricordiamo che l’esperienza della separazione non riguardano solo i bambini, ma anche i genitori che possono vivere l’esperienza con un po’ di disagio, preoccupazione, a volte senso di colpa, o anche solo il desiderio di vederlo sempre con loro.........
In base all’età, al carattere del bambino e alla qualità delle sue relazioni con i genitori ci saranno diverse reazioni alla separazione e tempi differenti per un sereno inserimento.
Nel periodo di inserimento è quasi inevitabile che il bambino pianga al momento del distacco, è liberatorio e non deve preoccupare, perché nella maggior parte dei casi finisce in fretta mentre alcuni bambini possono sentire il “magone” durante la mattinata, perché gli mancano la mamma e papà, altri bambini invece rifiutano il contatto con gli insegnanti e i compagni o si chiudono ad ogni proposta di attività possono quindi aver bisogno di un po’ di tempo in più per ambientarsi e di conseguenza l’inserimento può richiedere una durata superiore.
Possono emergere comportamenti regressivi: alcuni bambini possono improvvisamente ricominciare a bagnarsi, vogliono usare di nuovo il ciuccio o il biberon, oppure la notte non riescono a dormire tranquilli, o ancora fanno i capricci perché non vogliono mangiare.
Se tutti questi comportamenti si presentano in forma transitoria e lieve, non dobbiamo preoccuparci, ma possiamo attribuirli a una momentanea difficoltà di adattamento a una situazione nuova.
Il piccolo può essere entusiasta di avere tanti nuovi amici con cui giocare e divertirsi, ma allo stesso tempo può avere paura che qualcuno gli faccia male o lo rifiuti.
Così cerca di auto convincersi che riuscirà ad affrontare questa situazione, anche se poi la paura riemerge, magari proprio nel momento dell’ingresso a scuola e fa sì che il bambino pianga o dica di voler tornare a casa.
A volte non sono tanto le persone, quanto gli oggetti nuovi a fare paura, la voglia di conoscere e di esplorare cose e luoghi nuovi è uguale alla paura che possono trasmettere.
Così ci si può trovare di fronte a bambini che sembrano agitati, lanciano giocattoli, corrono disordinatamente urtando compagni e oggetti.

Ad un primo sguardo, il loro atteggiamento potrebbe sembrare “aggressivo”, invece è l’espressione di una paura che si sta manifestando.
Un altro importante timore che emerge nell’ambito familiare e scolastico è quello di “essere messo da parte” dai genitori e insegnanti che potrebbero infatti privilegiare altri bambini (Ad es. il bambino può fare i dispetti e/o picchiare il suo compagno, oppure appena lo vede impegnato in un gioco, inizia a manifestare desideri nei confronti di quell’oggetto che fino a poco prima non aveva esercitato su di lui alcun interesse.)
Anche in questo caso, ogni bambino ha i propri tempi, il proprio carattere, e quindi dev'essere seguito individualmente.
Il modo migliore perché il bambino si inserisca bene è prima di tutto quello di mostrarsi contenti e trasmettergli il proprio entusiasmo.
I bambini sono molto attenti e sensibili alle emozioni e alle preoccupazioni dei loro genitori, se la mamma al momento del distacco è preoccupata, ansiosa o si sente in colpa, il bambino può fare più fatica ad accettare la separazione e può manifestare reazioni di paura e rabbia.
La mamma può aiutare il bambino affrontando lei stessa il momento del distacco con serenità e sicurezza per permettere al bambino di imparare a fare la stessa cosa.
Dare fiducia al bambino significa essere certi che è in grado di superare un momento difficile. Pur sapendo che sta soffrendo è bene offrirgli tutto il sostegno necessario senza però cedere; il bambino, infatti, non deve sentirsi allontanato dai genitori e tanto meno abbandonato!!!
Questo distacco permetterà al piccolo di diventare autonomo, di sviluppare la sua individualità e autostima, e di cominciare a conoscere il mondo esterno!

Il legame genitore-figlio è così forte che un breve periodo di lontananza non può né cancellare né scalfire; è quindi necessario concentrarsi sui momenti che si trascorrono insieme e curare il rapporto.
Ci sono atteggiamenti che aiutano il bambino a superare questo distacco e altri che portano solo insicurezza.
Bisogna:
Portarlo a scuola e fermarsi a giocare con lui, esplorando gli spazi usati con gli altri bambini; Comprenderlo quando piange e trasmettergli sicurezza; Salutarlo e con decisione andare via (magari se rimane in voi qualche ansia potete telefonare all’insegnante per sentire come va); Mantenere gli impegni: “vengo a prenderti dopo mangiato” lo si deve fare altrimenti il bambino si sente tradito; Preparare insieme ciò che serve per la scuola; Evitate di tenere a casa il bambino senza motivo è importantissimo essere costanti!!
Da Evitare:
Riportarlo a casa se piange; Continuare a salutarlo e non decidersi ad andare via; Nascondersi per vedere quello che fa (se ci vede è un guaio); Lasciarsi prendere dall’ansia se ha delle regressioni o comportamenti strani; Andarsene di nascosto senza salutarlo e senza ricordargli che lo si tornerà a prendere; Obbligarlo ad andare a scuola se sta poco bene o non ha dormito durante la notte
Ricordiamoci anche che tutte queste azioni devono essere legate alla fiducia nei confronti del proprio bambino e nei confronti dell'insegnante!!

Queste situazioni descritte sono ovviamente quelle normali che si verificano durante l'inserimento, ma in caso di anomalie fidatevi del vostro bambino e dialogate tranquillamente con l'educatrice dei problemi che riscontrate lei vi saprà consigliare!!!

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