La storia di mamma Giulia
Fin da ragazzina ho sempre cercato di essere una persona
autonoma, perché credevo e lo credo tutt’ora che l’indipendenza, in particolare
per una donna, sia una cosa preziosa. Durante gli anni delle superiori nei week
and facevo la cameriera e la baby sitter. Nel poco tempo libero che avevo
uscivo con i miei amici di sempre e tra questi amici c’era “lui”, credo che me
ne innamorai subito, era bello, si, ma la cosa che mi colpì era la facilità con
cui mi faceva ridere e poi mi faceva sentire così leggera, spensierata! A 19
anni mi iscrissi alla facoltà di Biologia… un sogno che si avverava, dato che
io avevo una formazione umanistica e per poter accedere dovevo superare un test
d’ingresso! E invece eccomi a seguire le lezioni, per me non è stato semplice,
dovevo partire da zero in tutte le materie,in più lavoricchiando non era
facile. I primi esami andarono male, ma non mi arresi, decisi che quel percorso
dovevo portarlo a termine. Con il mio fidanzato andava tutto alla grande, forse
troppo per la nostra giovane età, non volevo arrivare a 40 anni e pentirmi di
non essermi divertita abbastanza da ragazza (frase che purtroppo si sente
spesso) e ritrovarmi insoddisfatta, così decido di chiudere questo capitolo
della mia vita con la consapevolezza che avrei perso una persona speciale, ma
dovevo farlo, per me, per conoscermi a fondo, per non rimpiangere niente e poi
ero convinta che se fosse stato veramente lui l’uomo della mia vita in qualche
modo ci saremmo riavvicinati nel “momento giusto”… L’università avanzava a rilento,
tra mille difficoltà che non mi permettevano di concentrarmi serenamente,
passarono 2 lunghi anni dove la sua assenza si faceva sentire sempre di più. Il
giorno del mio 24° compleanno le mie amiche decisero di portarmi in un locale
in un paesino a poca distanza da dove vivo, mi sentivo che quella sera lo avrei
rivisto e così è stato, a metà serata mi sentii toccare la spalla, mi girai e
lo vedo li, che mi sorrideva e mi chiese: “come stai?”, avrei voluto
abbracciarlo e stringerlo forte, forte, ma sapevo che ci sarebbe stato tempo e
modo, perché non lo avrei più lasciato andare, parlammo tutta la sera e da lì
non ci siamo più separati, credo che noi siamo legati dal filo rosso del
destino, quel filo che lega le anime gemelle e che, anche volendo, non si può
spezzare, per noi è stato così. Dopo un mese siamo andati a convivere e
l’università come per magia ha iniziato a diventare più leggera, gli esami più
facili. Nel 2013 trovo lavoro come assistente alla poltrona e finalmente avrei
potuto coronare il mio sogno di sempre, diventare mamma, ci sono persone che
nascono per diventare dottori, io sono nata per essere madre. Ed ecco il test
positivo, arrivato al primo mese di tentativi, il nostro cuore ci stava
aspettando, non ci potevo credere, e ancora adesso ripensandoci mi commuovo
riprovando quei sentimenti. La parte più difficile era dirlo al mio titolare,
ma presi tutto il coraggio che avevo e a gennaio 2014 glielo dissi, non la
prese per niente bene, mi disse: “ma avevamo detto che per almeno 5 anni non dovevano
esserci gravidanze”ma non mi importava. I primi mesi sono stati difficili sia
per l’ambiente lavorativo sia perche avevo contrazioni continue così il
ginecologo decise che era il caso che stessi a riposo, ne approfittai per dare
tutti gli esami che potevo all’università. Arrivata al parto mi mancavano 4
esami più lo stage e la tesi! Ma ce la dovevo fare, non più per me, ma per il
mio cuore, per cercare di dargli una vita il più possibile agiata e cercare un
lavoro che mi permettesse di stargli accanto il più possibile, volevo essere
una madre presente! Il 23 agosto 2014 nacque Edoardo, il bimbo più bello del
mondo agli occhi della sua mamma, il parto per me è stata un’esperienza magica,
un rituale di nuova nascita, non ero più la persona di prima, ma ero LA MAMMA
DI EDOARDO! Che esperienza fantastica! Entusiasta della mia nuova vita mi
impegnai con l’allattamento, che per me non è stato per niente semplice, anzi,
solo grazie alla mia determinazione riuscii a passare da 6 poppate di latte
artificiale a latte materno! Ho faticato? Si, moltissimo, ma vedere il mio
bimbo nutrito da me ripagava tutto! Seguivo le lezioni all’uni per 4 ore al
giorno e nella pausa correvo in bagno a tirarmi il latte cosi da poterglielo
dare una volta tornata a casa. Il mio Compagno mi è sempre stato accanto come
nessuno avrebbe potuto fare, sono una mamma ad alto contatto e Edoardo è un
bimbo sereno e sempre sorridente. Ho perso il lavoro perche secondo il mio
ex-titolare le mamme non possono lavorare, ma va bene cosi anche perche il
10/12/2014 mi sono laureata e adesso sono iscritta alla specialistica! Donne
noi siamo forti, siamo in grado di fare ciò che gli esseri umani non si possono
immaginare! FORZA!
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