domenica 10 aprile 2016

Psicologia e dintorni - L'ipnosi come risorsa naturale per un travaglio più breve e meno doloroso.

Psicologia e dintorni
Sono Stefania Macchieraldo mamma di Tommaso 15 mesi. Psicologa di professione. Dopo essere passata attraverso il mare delle emozioni che una gravidanza e una nascita portano con sé, continuo l'entusiasmante avventura del crescere insieme al mio piccolo. E' stato, così, inevitabile portare anche la mia professione sul versante della passione di essere mamma: una mamma ad alto contatto, con un po' di nozioni professionali, molto imperfetta, allergica ai fanatismi e intollerante alle ingiustizie.



L'ipnosi come risorsa naturale per un travaglio più breve e meno doloroso.

Sognavo un parto naturale, nello stesso modo in cui ho orientato la mia vita ulteriormente verso il naturale sin da quando ho iniziato a pensare di avere un figlio.

So anche quanto sia fisiologicamente utile il dolore del parto ma so anche quanto sia rilevante la componente psicologica del dolore e quanto la nostra mente possa contribuire a favorire la fisiologia piuttosto che ostacolarla nel gestire il dolore rendendo più fluido e rapido il travaglio.
Insomma, il dolore serve ma se è troppo e se non è gestito bene rischia di essere di ostacolo.

Così, senza dubbio nella lista delle “cose da fare” in vista del parto ho messo l'ipnosi, anzi, più precisamente l'addestramento all'autoipnosi a sostegno del travaglio.


Essendo del settore non avevo pregiudizi che mi frenassero ad utilizzare questo strumento (antico e scientifico allo stesso tempo) su di me. E, le mie pazienti, per prime me, ne confermavano l'efficacia, ma ero curiosa di fare questa esperienza sulla mia pelle che, devo dire, è stata sorprendente.

Sicuramente molti fattori influiscono sullo svolgimento del travaglio e ogni donna è un mondo a sé, però, per quanto mi riguarda, è stata un'esperienza totalmente positiva che mi ha consentito di sentirmi profondamente serena, di gestire con calma e in piena coscienza le contrazioni al punto di provare benessere ed addormentarmi tra una e l'altra, durante la prima fase del travaglio, senza avere l'ansia e l'attesa per l'arrivo della contrazione successiva, arrivando, così, alla fase espulsiva, quando, invece, è necessario essere ben vigili, in tempi più brevi e con a disposizione maggiore energia.

E’ stato dimostrato da autorevoli studi che il travaglio in autoipnosi dura mediamente la metà del tempo. Questo perché, se la mamma è rilassata durante il travaglio, è in grado di inibire la produzione di ormoni dello stress e facilitare la produzione di ossitocina, l’ormone che stimola le contrazioni e la dilatazione; non solo: il fatto di sentirsi autonoma nella gestione del suo dolore aiuta la donna sul piano psicologico a sentirsi più forte e fiduciosa nelle proprie capacità, risorsa fondamentale anche dopo.
L’autoipnosi, inoltre, fa bene anche al bambino. Lo stato di rilassamento della mamma induce una vasodilatazione che fa aumentare l’afflusso di sangue dalla placenta e quindi l’ossigenazione ed il nutrimento al piccolo.
Anche successivamente, durante i primi mesi, l'ipnosi mi è stata di grande aiuto per prendere sonno facilmente tra una poppata notturna e l'altra.
E... non nego che ancora oggi quando abbiamo certe notti agitate e sonni continuamente interrotti mi è di grande aiuto per riuscire a riaddormentarmi rapidamente tra un risveglio e l'altro senza innervosirmi.


Chiunque, in poche sedute, può diventare in grado di entrare ed uscire vantaggiosamente da uno stato di trance ipnotica, è sufficiente un buon addestramento con un ipnologo e un po' di allenamento quotidiano per contro proprio.

Per domande e approfondimenti contattatemi senza esitare!

340.74.60.184

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