Mi
chiamo Roberta Plemone, ho 29 anni e sono Avvocato.
Mi occupo di diritto civile, con particolare
attenzione per il diritto delle persone, della famiglia e dei minori. Grazie al
supporto dei miei Colleghi di studio, spazio in tutti gli ambiti del diritto,
per fornire un’assistenza completa.
Sono un’entusiasta: nella vita, nel lavoro e nelle
piccole cose. Non mi fermo davanti a nulla, soprattutto se devo difendere ciò
in cui credo.
Sarò felice di ascoltarvi!
GIU’ LE
MANI.
Non
è mai facile parlare di un brutto argomento, specie se parla anche un po’ di
noi; specie se mischia emozioni e lavoro.
E
allora, anche in questo caso, per colmare le mie carenze mi sono fatta aiutare
da Professionisti veri, che queste storie le sentono e le combattono ogni
giorno.
Quindi,
prima di tutto, occorre ringraziare:
-
Maresciallo Massimiliano USAI, comandante della Caserma dei Carabinieri di
Cuorgnè;
-
Avv. Davide ANGELERI, avvocato penalista;
-
Dott.ssa Lucrezia LOVO, psicologa;
-
Gianluca GALLICCHIO, istruttore di krav maga,
con
la speranza di regalarvi un articolo pratico, sentito e particolarmente
incentrato sulle possibilità di aiuto nel nostro territorio canavesano.
La
parola “femminicidio” suona male, però serve. Per definire in modo appropriato
la categoria dei delitti perpetrati contro una donna solo perché è donna;
per capire e spiegare che di violenza di genere si muore; per cercare di non
banalizzare il fenomeno.
Perché
non è così e i numeri parlano chiaro: solo nei primi 5 mesi dell’anno già 55
donne sono state uccise da un uomo, dal loro uomo, una ogni tre giorni.
La
violenza può essere di due tipi:
-
psicologica: si ha ogni qualvolta il partner cerca di sottomettere la
donna, rendendola passiva e priva di autostima. Un uomo che mette in atto la
violenza psicologica, tende a far sentire la propria compagna inadatta,
sbagliata. Tende ad esercitare sempre un maggior controllo rispetto alla sua
autonomia, limitandola ed isolandola dal suo contesto sociale (famiglia,
amicizie, lavoro). Minacce di abbandono, fisiche, di morte, accuse ripetute di
infedeltà ne sono alcuni esempi;
-
fisica: è quella più facile da
riconoscere, visibile agli occhi di tutti e tristemente drammatica. Non
riguarda solo le “botte”, ma anche l’imposizione di rapporti sessuali.
Cos’hanno
in comune questi due tipi di violenza?
-
deumanizzazione: la donna viene spogliata di ogni umanità: non è più un essere
pensante, con pensieri ed emozioni. Diventa un oggetto in possesso del partner,
pronta a soddisfare desideri ed esigenze dell’uomo;
-
senso di colpa: molto spesso chi è vittima di violenza prova senso di colpa,
immotivatamente giustificando le azioni dell’aggressore.
Il
ciclo della violenza si divide in tre fasi:
1. fase di crescita della
tensione:
la donna inizia a sentire l’aumento della tensione e, per prevenire la
violenza, concentra attenzioni ed energie sull’uomo, ostile e minaccioso;
2. fase di maltrattamento: in questa fase viene agita
la violenza vera e propria: violenza psicologica e fisica sono strettamente
intrecciate. Generalmente, la violenza fisica è graduale: i primi episodi
possono essere caratterizzati da spintoni e prese molto forti, per poi arrivare
a schiaffi, calci, pugni, violenza sessuale;
3. fase della luna di miele: questa fase si divide in
due momenti distinti. In un primo tempo, l’uomo si scusa e si dimostra dolce ed
attento. Per farsi perdonare promette di cambiare, attribuendo la causa del suo
comportamento a cause esterne la famiglia, oppure al comportamento della donna
che, essendo inadeguata, ha provocato in lui una forte reazione. E’ in questo
caso che la donna può provare sensi di colpa, per non aver rispettato le
aspettative del partner.
Quando
la violenza è radicata, i cicli sono molto ravvicinati e la violenza è sempre più
intensa.
La
violenza di genere è un fenomeno così drammaticamente frequente che è stato
necessario un intervento legislativo sul punto. La c.d. Legge sul
femminicidio (Legge 119 del 2013) ha introdotto nel diritto penale
misure, preventive e repressive, per combattere la violenza sulle donne, tra
cui:
-
Inasprimento della normativa: sono state aumentate le pene ed introdotte
alcune aggravanti, quando, ad esempio, lo stalking sia commesso dal
coniuge, anche separato o divorziato, dal compagno o dall’ex partner;
-
Ammonimento in caso di reati “sentinella”: in presenza di percosse o
lesioni, in epoca precedente la querela, il Questore può ammonire il
responsabile;
-
Case rifugio: la donna vittima di violenza ed i figli saranno ospiti in abitazioni
protette, tenute segrete dalle Forze di Polizia;
-
Gratuito Patrocinio: a prescindere dal reddito, le donne vittima di stalking
o maltrattamenti in famiglia possono essere ammesse al patrocinio a spese dello
Stato;
-
Processi ed indagini preliminari più rapidi: per i reati di stalking
e maltrattamenti in famiglia, le indagini preliminari non potranno mai superare
la durata di un anno;
-
Applicazione delle misure cautelari per i reati di stalking e
maltrattamenti, fino all’allontanamento dalla casa familiare;
-
Remissione della querela: la querela nel reato di stalking è
irrevocabile se ci si trova in presenza di gravi e ripetute minacce. Resta
revocabile negli altri casi, ma la remissione potrà essere fatta solo in sede
processuale, davanti all'autorità giudiziaria, al fine di garantire e non
comprimere la libera determinazione della vittima.
Se siete donne vittime di
violenza, DENUNCIATE, perché salverete, prima di tutto, Voi stesse.
Potete
affidarvi ad un Avvocato oppure recarvi
direttamente presso le Caserme dei Carabinieri o della Polizia, dislocate sul
territorio, per sporgere la vostra denuncia nei confronti dell’aggressore.
A
Cuorgnè, l’Arma dei Carabinieri è particolarmente sensibile al problema,
motivata da un forte spirito di intraprendenza e dalla giovane età dei suoi
componenti. E’ attivo il servizio delle case rifugio; viene prestata continua
assistenza alla donna ed alla famiglia vittima di violenza; esistono collaborazioni
con centri assistenza e professionisti, la cui principale missione è non
lasciarvi sole.
E’
a completa disposizione una Sottoufficiale donna, con competenze specifiche,
per far sentire a proprio agio chi sta attraversando un periodo tanto
difficile.
In
ogni caso, non omettete di recarvi presso il Pronto Soccorso dell’ospedale più
vicino, perché i sanitari possano fornirvi l’assistenza medica che meritate.
Siamo
donne, siamo estremamente forti e possiamo difenderci, anche affidandoci ad
un’arte tutt’altro che da “femminuccia”. Gianluca GALLICCHIO, insegnante di
difesa personale, krav maga, tiene a sottolineare “Mi è capitato di
avere tra le mie allieve donne che hanno subito violenza, donne che si sono
avvicinate al krav maga per difendere se stesse o i propri figli da un uomo
violento. E’importante investire in un corso di difesa personale per imparare
semplici ma efficaci tecniche che posso salvarci la vita. La donna può
difendersi, la donna può non essere più vittima”. Gianluca tiene i corsi
nella palestra del Polisportivo di Rivarolo C.se, il martedì ed il giovedì
dalle 19 alle 20.30. Potete contattarlo sulla sua pagina facebook “Gianluca
GALLICCHIO Krav Maga” o alla sua email gianluca.gallicchio1978@gmail.com.
Avv.
Roberta Plemone