venerdì 23 maggio 2014

Mamma senza filtro...che fretta c'è? svezzamento

Mamma senza filtro
Il mio lavoro da tre anni e mezzo è uno solo, il più bello del mondo: essere Mamma di due bambini, Christian di tre anni e mezzo e Fiamma di due anni. Una mamma alla quale piace informarsi e informare e possibilmente far conoscere e capire falsi miti sull’infinito mondo dei bambini.  https://www.facebook.com/groups/mammeitalia/ 
Per segnalazioni scrivetemi alla mail: syluna@libero.it

Che fretta c’è?
Questo articolo deriva da diversi messaggi privati ricevuti dopo che nel mio gruppo si è parlato di svezzamento e autosvezzamento. Queste mamme mi hanno scritto perché rimaste sconcertate da tanta fretta  nel svezzare i bimbi dopo che alcune madri scrissero di aver iniziato a dare le prime pappe attorno ai 2/3 mesi.
Pertanto cerchiamo di capire come e perché innanzitutto alcuni pediatri dovrebbero un po’ aggiornarsi e perché non è assolutamente buona cosa iniziare cosi presto:
·         È capace di stare seduto senza aiuto
·         Perde il riflesso di estrusione che fa sì che i bambini spingano fuori il cucchiaio con la lingua.
·         Mostra interesse per il cibo degli adulti
·         Sa mostrare di avere fame e di essere sazio con i suoi gesti. Al vedere avvicinarsi un cucchiaio, il bambino che ha fame apre la bocca e muove la testa verso il cucchiaio. Invece il bambino che è sazio chiude la bocca e gira la testa di lato… Quando il bambino è troppo piccolo per mostrare chiaramente la sua sazietà, si corre il rischio che la madre, senza rendersene conto, gli dia più cibo di quello che lui vuole.
Non sono forse questi i segnali che vanno ricercati più che fissarsi con il calendario? Difficile dire quale di loro sia il più importante. Probabilmente è la perdita del riflesso di estrusione poiché se è ancora troppo forte tutto quel ben di Dio che un povero genitore sta provando a far mangiare al proprio bambino finirà sul bavaglino, per terra, sul seggiolone, in faccia al genitore, ecc; insomma dappertutto, eccetto nel pancino del bambino stesso; non parliamo poi dello stato d’ansia in cui si ritroverà il genitore e il nervosismo del bambino ogni volta che si avvicina il momento della tortura del pasto. OK, il tutto accadrà intorno ai 6 mesi, ma potrebbe succedere prima, come dopo. Per questo è così importante parlare di alimentazione complementare a richiesta, in quanto è il bambino a dover segnalare chiaramente che è pronto a sperimentare con qualcosa di nuovo. Abbiamo parlato di recente di un articolo che spiega che imboccare, tra le altre cose, aumenta il rischio di obesità, per cui è importante che il bambino possa cibarsi da solo. Inoltre deve riuscire a stare seduto (avete provato a mangiare da semisdraiati?) e avere capacità motorie abbastanza sviluppate da far capire al genitore che il troppo è troppo e che il resto della pappa se la può mangiare lui… Dopotutto, se il bambino riesce a fare tutto da solo, rotolarsi, mettersi in piedi, camminare, parlare, spannolinarsi, mangiare (se allattato), possibile che l’unica cosa che sarebbe COMPLETAMENTE incapace di fare autonomamente è nutrirsi tra gli X e gli Y mesi? (Ognuno può sostituire a X e Y i numeri che preferisce per indicare l’inizio e la fine dello svezzamento.) Se così fosse, come ha fatto l’umanità fino ad ora? Perché dobbiamo cominciare a svezzare i bambini, come tanti (troppi) pediatri italiani si ostinano a fare, a 3-4-5 mesi quando non sanno stare ancora seduti da soli, hanno ancora il riflesso di estrusione e, cosa più importante di tutte, si trovano benissimo con il loro bellissimo latte? Perché in questa decisione così importante non si prende in considerazione quello che è il protagonista di questa vicenda? No, non alludo al genitore che DÀ la pappa (nonostante in molti lo credano, forse inconsciamente), ma al bambino che (almeno in teoria) la RICHIEDE. Tutto questo cominciare anticipatamente fa assomigliare il periodo dello svezzamento a una gara per vedere chi arriva prima; come mi hanno insegnato al liceo, cui prodest? Pensiamo allo svezzamento come al breast crawl del cibo solido: il bambino trova da solo quello che gli serve, quando gli serve. Ricordiamoci che indipendentemente da quando si inizia e dall’approccio usato, tutti, ma proprio tutti alla fine mangeranno i solidi e abbandoneranno il latte; per cui perché non rendere la vita più facile a tutti rispettando quelli che sono i tempi naturali del bambino? Questo modo di pensare che libera sia il bambino che il genitore dalla schiavitù del calendario-tiranno in alcuni potrà creare dei problemi.

Ricordiamoci che quanto riportato vale sia se si allatti al seno che no.
A voi la scelta di ascoltare pediatri e dottori che vi fanno svezzare i bimbi cosi piccini o a voi la scelta di informarvi.


mamma silvia ♥

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